ROBERTO CANALI
Cronaca

Menaggio, pastori falsi e truffe vere all'Europa: ottanta denunciati

Tenevano le mucche tutto l’anno nelle stalle ma percepivano gli incentivi europei per la coltura e l’allevamento in montagna. Oltre al fronte penale, la Corte dei conti ha rilevato il danno erariale

Una mandria di mucche

Menaggio (Como)  – Tenevano le mucche tutto l’anno nelle stalle, ma percepivano i fondi che l’Ue eroga attraverso la Regione per incentivare le attività agricole e di allevamento nei territori montani. Una truffa molto redditizia quella architettata da 88 aziende agricole di Lombardia, Veneto e Piemonte che dal 2009 al 2013 con questo sistema si sono garantite fondi per oltre 4 milioni.

Le domande di aiuto erano perfette dal punto di vista formale, anche grazie all’aiuto di un paio di intermediatori comaschi che garantivano agli allevatori tutta la documentazione, indicando pascoli sopra Garzeno come il luogo dove i capi di bestiame venivano mandati per la transumanza in quota. Addirittura nei documenti veniva inserito anche il nome dei mandriani incaricati di seguire le mucche al pascolo, ma proprio uno di loro – inconsapevole della truffa – spendendo il proprio nome ha fatto scattare i controlli.

Il piccolo allevatore, proprietario di alcuni capi di bestiame che, lui sì, porta davvero in quota durante l’estate, nel 2015 ha presentato richiesta in Regione per i contributi previsti dai fondi di Politica Agricola Comune erogati dall’Ue: ma si è sentito rispondere che una richiesta a suo nome era già stata inoltrata e quindi non aveva diritto ad altro denaro. Il piccolo imprenditore c’è rimasto talmente di sasso da presentare una denuncia, così sono partite le indagini affidate dalla Procura di Sondrio alla Guardia di Finanza di Menaggio guidata dal comandante Gianmarco De Santis.

Al termine di un procedimento penale per truffa ai danni dello Stato, la pratica è passata alla Procura regionale della Corte dei conti per danno erariale. Le 88 aziende agricole infatti si sono rese responsabili di aver presentato domande uniche di aiuto contenenti dati ideologicamente falsi sui requisiti per accedere ai benefici. Il tutto per un danno complessivo all’Erario di oltre 4 milioni dal 2009 al 2013. Proprio la testimonianza dei mandriani, anzi “pascolatori per conto terzi“ come sono stati indicati negli atti giudiziari, ha permesso di smascherare le aziende agricole truffaldine.

I pastori infatti sono stati ascoltati dai militari della Gdf e hanno spiegato di non aver mai pascolato i loro animali presso i terreni indicati nelle domande di aiuto e di non conoscere affatto le aziende agricole che avevano ricevuti i contributi. Grazie alla loro testimonianza si è arrivati alla messa in mora e alla redazione di inviti a dedurre nei confronti di tutte le 88 aziende agricole risultate beneficiarie dei contributi, nonché al sequestro conservativo di 306.674 euro nei confronti di una prima azienda e al recupero di 106.933 euro tramite compensazione spontanea nei confronti di ulteriori cinque aziende. Ci sono state due condanne a versare gli importi indebitamente percepiti alla Regione Lombardia, in capo a due aziende agricole di Bergamo e Mantova.

La Corte ha dichiarato, infatti, che sotto il profilo soggettivo i rappresentanti legali delle aziende agricole hanno agito con dolo e che la prescrizione del danno erariale, in quanto occultato dolosamente, è da far partire dal momento della sua scoperta. Ciò consentirà di procedere al recupero di tutte le somme indebitamente percepite.