Magnialtra mattina il signor Rodolfo per tutti "el Dulfu" è giunto al bar, per la solita piccola adunata di amici è arrivato al bar con aria di bella contentezza dipinta sul volto. Davanti gli sguardi interrogativi degli amici, "el Dulfu" ha annunciato che aveva una bella notizia da dare e ha esordito subito raccontando che suo figlio aveva trovato finalmente un posto di lavoro, come impiegato di alto livello, in un’azienda di Milano, dopo tutta una serie di domande fatte a ditte della zona. Il figlio dunque avrebbe dovuto fare il pendolare con il treno, ma questo poco importava. Gli amici, già con il calice del bitter in mano, si sono complimentati, ognuno con segni di ammirazione che questa grande Milano offriva lavoro ai giovani. Qualcuno ha subito commentato "tirando qua" un modo di dire molto in uso: "Milan l’è un grand Milan". Poi ci si è messo un altro che è uscito con un: "Milan e poeu pu". Per dire che c’è Milano e poi non c’è più niente. Il dialetto è sempre molto sintetico quindi il detto sottintende il "niente". Il modo di dire più, per così dire saporito, lo ha ricordato il solito un po’ sarcastico Carletto. "Chi ghe volta el cü a Milan ghe volta el cü al pan". Come per dire che chi viene via dal lavoro a Milano non riesce più a guadagnare la pagnotta quotidiana. C’era però anche qualche contrapposizione alla "gloria di Milano". Vi erano anche dei modi di dire con i quali i contadini delle province prendevano un po’ in giro i milanesi. Uno è: "Quel lì l’è un milanes ariuss". Era rivolto a quelli che dicevano di giungere dalla città, ma si capiva subito che erano cittadini della periferia o dei paesi vicini, ovvero "ariuss". Della grande Milano godeva solo qualche spiffero d’aria. Mio nonno contadino prendeva un po’ in giro i milanesi che arrivavano in Alta Brianza, per accaparrarsi qualche ortaggio e altri prodotti della terra e della stalla, i quali esaltavano la grandezza della città. Allora lui commentava un po’ sarcastico: "A Milan anca i murön fan l’uga".mail: emiliomagni@yahoo.it
CronacaMilan e poeu pu: la grande città dà un bel lavoro