Cerano Intelvi, 16 novembre 2024 - Il Tribunale moldavo, davanti al quale si sta svolgendo il processo per la morte di Bernardo Franco, ha incaricato l’Istituto di Medicina Legale di svolgere una superperizia fondata su 35 quesiti, per capire se la morte dell’uomo sia stata un evento accidentale, come sostiene l’imputata, Svetlana Botas, moldava di 56 anni ultima compagna della vittima, o se conseguenza di un’aggressione volontaria. Il comasco di 62 anni residente a Cerano Intelvi, era morto a Soroca, in Moldavia, nella notte tra il 31 maggio e il 1°giugno dello scorso anno.
Il processo
A processo è finita la donna, chiamata a rispondere di “omicidio per negligenza”, con l’ipotesi che la morte sia stata causata da un tentativo troppo impetuoso di salvargli la vita dopo un presunto malore. Ma Eduard Digore, avvocato di parte civile nominato dalla famiglia della vittima, la ex moglie e i figli, che in Italia sono assistiti dall’avvocato Antonio Lamarucciola, ha man mano chiesto una serie di approfondimenti, sfociati a giugno in una sospensione del processo e nella richiesta, da parte del Tribunale stesso, di ulteriori indagini.
La svolta
Ora una nuova svolta: l’affidamento dell’incarico con un dettagliato elenco di quesiti. L’ipotesi della parte civile, è che ci siano state carenze investigative nello stabilire cosa fosse realmente accaduto quella sera, quando Bernardo era arrivato in ospedale ormai senza vita, trasportato all’interno di un furgone.
Secondo il rapporto del medico legale italiano, che ha svolto l’esame su disposizione della Procura italiana, la vittima è morta per “asfissia meccanica, causata da strangolamento, commesso mediante compressione prolungata delle vie respiratorie superiori”.
Inoltre “Bernardo Franco ha compiuto lievi tentativi di sottrarsi all’aggressione e di liberare le vie respiratorie ostruite dall’esterno. Le lesioni traumatiche, in particolare ecchimosi, ecchimosi, lesioni tegumentali e profonde, osservate sul corpo di Bernardo Franco, delineano il quadro di un’aggressione violenta e prolungata, commessa senza l’uso di mezzi violenti idonei a lasciare segni figurativi sul tegumento, con caratteristiche proprie di uno scontro lieve…. Lo spettro delle lesioni letali è limitato agli ematomi del collo e alle lesioni della cartilagine laringea. Queste lesioni potrebbero essere state prodotte dal solo uso delle mani, mentre quelle agli arti superiori possono essere considerate il risultato di una ‘difesa’, inflitta alla vittima quando era in grado di reagire, e quindi ancora cosciente”.