Un’area verde di 46mila metri quadrati, pari a quattro campi da calcio, inserita in una riserva naturale. È qui che, secondo le ricostruzioni dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Como, che hanno portato all’arresto di sei persone, sarebbero stati riversati 85 metri cubi di inerti in un anno, tra 2019 e 2020, con una stratificazione di una decina di metri. A fronte di un capacità di carico di ogni camion di 15 metri cubi, è stato calcolato che per quello sversamento, sono stati necessari circa 6000 viaggi, che hanno prodotto un accumulo di sassi, cemento e altri materiali edili, dove era prevista terra per migliorare la qualità dei foraggi coltivati. In carcere, con l’accusa di traffico illecito di rifiuti, sono finiti Antonio Mercuri, 65 anni di Fino Mornasco, e i figli Massimiliano, 45 anni e Giuseppe, 32 anni, che ieri hanno sostenuto l’interrogatorio di garanzia, mentre sono finiti ai domiciliari Armando Perlini, 65 anni di Senna, titolare del terreno, l’ex responsabile dell’Ufficio Tecnico, Luciano Arcellaschi, 67 anni di Como, e Giorgio Cardin, 54 anni di Settimo Milanese, geologo e direttore dei lavori, che saranno invece interrogati lunedì. Pa.Pi.
CronacaNella riserva naturale scaricavano materiale inerte