Quando ormai sembrava tutto risolto torna in discussione il via libera alla trasformazione in luogo di culto per la comunità islamica del capannone di via Milano, da anni al centro di una querelle tra il Comune e l’associazione culturale Assalam. Il sodalizio alla fine di ottobre aveva vinto il ricorso di fronte al Tar della Lombardia ottenendo la possibilità di ottenere la trasformazione d’uso per poter pregare all’interno della propria sede, appunto in via Milano, ma il Comune ha deciso di impugnare la decisione di fronte al Consiglio di Stato che ha deciso di congelare la questione in attesa di potersi esprimere nel merito. "Bene, anzi benissimo la decisione del Consiglio di Stato sulla moschea abusiva di Cantù di sospendere la sentenza di primo grado, che conferma, per ora, la nostra coerente linea politica, amministrativa e culturale a tutela della legalità e del rispetto della legge - sottolinea il sottosegretario all’Interno, l’onorevole Nicola Molteni - È stato opportuno, come ho sempre sostenuto, impugnare la decisione del Tar, a beneficio dell’intera comunità canturina, della sicurezza del territorio e del principio di rispetto dei valori costituzionali. Una battaglia, quella contro la moschea cittadina, politica e culturale oltre che giuridica, di civiltà e di identità dalla quale mai arretreremo".
CronacaNo, anzi sì al centro islamico . Ma il Comune non si arrende