Carugo (Como), 12 dicembre 2016 - Si chiude con quattro indagati il primo capitolo dell’indagine sull’omicidio di Alfio Molteni, l’architetto ucciso da due colpi di pistola la sera del 14 ottobre dello scorso anno, davanti alla sua abitazione di Carugo. Ma dagli atti emerge che la lista delle persone coinvolte si sta ampliando, così come le imputazioni a cui andranno incontro. È inoltre ancora aperta tutta la parte di accertamenti che riguarda l’ex moglie della vittima, Daniela Rho, 45 anni di Cabiate, considerata la mandante della serie di atti intimidatori culminati con la morte del professionista, e del commercialista dell’azienda di famiglia, Alberto Brivio, 49 anni di Inverigo, con cui la donna aveva una relazione.
Il sostituto procuratore di Como, Pasquale Addesso, ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini a tre persone arrestate in corso di indagine, a cui si aggiunge un nuovo iscritto. Luigi Rugolo, guardia giurata di 44 anni di Seveso e Giuseppe De Martino, 60 anni di Cesano Maderno, oltre a una lista di reati che vanno dallo stalking fino alla violazione di domicilio dell’abitazione di Molteni, sono entrambi indagati per il concorso nell’omicidio: il primo per aver fatto da tramite tra Brivio e la manovalanza man mano assoldata per gli atti intimidatori, il secondo - che per questa singola posizione è ancora in indagine - con l’ipotesi che abbia accompagnato a Carugo, la sera del delitto, i due esecutori materiali, incaricati di gambizzarlo salvo poi ferirlo a morte. Uno dei due, Michele Crisopulli, 46 anni di Cesano Maderno, è il terzo destinatario dell’attuale avviso di conclusione delle indagini.
A questi tre indagati già noti, si è aggiunto Roberto Casati, parrucchiere di 58 anni di Seveso. È accusato di favoreggiamento personale, per aver fatto da tramite tra Rugolo e Brivio, per la consegna di denaro o per comunicazioni tra i due che, secondo la Procura, già temevano di essere indagati, ed evitavano quindi contatti tra di loro. Rugolo e De Martino sono inoltre accusati di calunnia nei confronti della vittima: tra aprile e maggio dello scorso anno si sarebbero accordati con un investigatore privato, mandandolo in Questura a Como a denunciare falsamente un presunto traffico di droga in cui sarebbe stato coinvolto Molteni. Episodio per il quale l’investigatore è ora indagato in concorso con i due, ma la sua posizione è stralciata e tuttora in indagine.