PAOLA PIOPPI
Cronaca

La svolta nell’omicidio Montini: sangue, video e soldi falsi le prove contro il 17enne

Il Dna trovato sul coltello, su un corrimano e sul cancello della casa della vittima. E poi le immagini di una telecamera che lo collocano in paese all’ora del delitto. A fornire un movente le confidenze della vittima: “Quel ragazzo vuole truffarmi”

L’abitazione di Candido Montini a Catasco: è qui che è avvenuto il delitto

L’abitazione di Candido Montini a Catasco: è qui che è avvenuto il delitto

Garzeno (Como) - Il tentativo di farsi cambiare dalla vittima banconote false, gli spostamenti dell’auto della madre, mentre accompagnava a scuola guida il diciassettenne in stato di fermo per l’omicidio di Candido Montini, compatibili con l’orario della sua morte, e la traccia ematica sul coltello utilizzato per l’omicidio, ma anche sul corrimano della scala esterna e sul cancello.

Domani mattina (venerdì), quando il ragazzo sarà interrogato dal gip del Tribunale dei Minori di Milano, se deciderà di rispondere dovrà darà spiegazioni su una quantità di indizi che lo accusano, e che non si limitano alla sola traccia genetica prelevata dal coltello. Innanzi tutto il movente. Mentre venivano ascoltati i tanti testimoni passati dagli uffici durante le indagini, era emerso che il giorno precedente l’omicidio, Montini aveva avvisato alcuni conoscenti di prestare attenzione, perché un ragazzo del paese aveva cercato, secondo lui, di raggirarlo, chiedendo un cambio di banconote che molto probabilmente erano false. In particolare, la richiesta sarebbe stata di cambiare tre banconote da cento euro, con sei da cinquanta. Montini si era rifiutato di fare quel cambio, ma nell’intenzione di mettere in guardia i suoi amici, aveva chiaramente fatto il nome dell’indagato, che conosceva bene.

Un episodio che dagli investigatori – i carabinieri del Reparto Investigativo di Como, coordinati dal sostituto procuratore dei Minori Myriam Iacoviello - viene ritenuto non secondario, non solo per lo screzio che era nato con il pensionato, ma anche perché indicativo delle necessità di denaro del diciassettenne. Un altro elemento molto utile alle indagini, sono state le immagini di una telecamera privata che riprende un tratto di via ai Monti. Il giorno dell’omicidio, martedì 24 settembre, più volte ha catturato il transito dell’auto della madre del ragazzo allontanarsi e poi ritornare tra le 14 e le 16, per accompagnarlo a scuola guida a Dongo e andare a riprenderlo. Orari che non coinciderebbero con quanto inizialmente dichiarato dalla donna. Ma che, soprattutto, collocano ancora il ragazzo a Catasco tra le 12 e le 14, dove vive a poca distanza da quella di Montini, a fronte di un’autopsia che ha indicato come orario della morte un tempo compreso tra le 12 e le 16. Infine le tracce ematiche, raccolte non solo sul coltello, ma anche sul cancello e sul corrimano della scala esterna dell’abitazione di Montini.

Impronte, queste ultime, lasciate da chi è uscito dall’abitazione dopo l’omicidio, con una lieve ferita alla mano, procurata da un ispessimento del coltello presente tra l’impugnatura e la lama. Queste tracce ematiche si sono conservate e sono rimaste perfettamente utilizzabili nonostante abbia piovuto nella notte tra martedì 24 e mercoledì 25 settembre, intercorsa tra l’omicidio e il ritrovamento del settantaseienne. Tutte perfettamente corrispondenti al dna del diciassettenne, e sovrapponibile per discendenza a quello del padre. Un piccolo taglio che, nell’arco di quasi un mese, ha fatto in tempo a rimarginarsi, ma non del tutto: in corrispondenza della piega tra il mignolo e il palmo della mano destra del minorenne, lunedì è stata notata la presenza di una ferita non ancora completamente rimarginata. Le indagini dei carabinieri proseguono per capire, oltre alle fasi dettagliate dell’omicidio, se il diciassettenne abbia fatto tutto da solo.