PAOLA PIOPPI
Cronaca

Faggeto, uccide l'amico con un colpo di pistola: "Mi ha chiesto di sparargli per gioco"

L’arma usata aveva un colpo in canna: niente da fare un 52enne

Il cassonetto setacciato dall'Arma durante le indagini

Como, 9 marzo 2020 -  «Stavamo guardando l’arma, è stato lui a chiedermelo, e poi per gioco mi ha detto di sparargli". Da quella pistola Glock calibro 9.21 con puntatore laser, poco prima Antonio Ballan, autista comasco di 52 anni, aveva estratto il caricatore, e non poteva immaginare che fosse rimasto un colpo in canna. Un proiettile che ha raggiunto al volto il suo amico e coetaneo Roberto Fusi, uccidendolo sul colpo. La ricostruzione di quegli attimi, e di ciò che è accaduto dopo, è stata fatta sabato sera davanti al sostituto procuratore di Como Mariano Fadda, che lo ha indagato per omicidio colposo e arrestato per la detenzione di un’arma abusiva, una carabina calibro 22 senza matricola, residuato bellico, trovata nella sua abitazione durante la perquisizione.

In quella casa di via Teresa Ciceri, in carabinieri della Compagnia e del Nucleo Investigativo di Como, sono arrivati attraverso quella pistola, che Ballan ha abbandonato accanto al corpo di Fusi dopo averlo trasportato in una piazzola di sosta di Faggeto Lario, in zona Cava, avvolto in un lenzuolo, venerdì sera. I due, assieme ad altri due conoscenti di 39 e 44 anni, si erano trovati per andare a cena venerdì sera: in casa di Ballan, Fusi avrebbe chiesto di vedere la pistola, e poi di sparare, nella certezza che il caricatore era stato estratto, e che l’arma fosse innocua. Una versione che sarebbe stata confermata anche dai due testimoni, scappati dopo la morte di Fusi, e rintracciati dai carabinieri il giorno successivo.

Così il 52enne, rimasto solo con il cadavere di Fusi e preso dal panico, lo ha avvolto in un lenzuolo e una coperta, caricato in auto e trasportato fino a Faggeto, lungo la Lariana. Accanto al corpo della vittima, è rimasta anche la pistola, che – secondo quanto dichiarato al magistrato – Ballan avrebbe portato in preda allo sconforto. Lasciandola poi a terra: un’arma di sua proprietà, regolarmente denunciata. La sua firma su quanto accaduto. Fusi è stato visto sabato mattina alle 7 dall’autista di un bus di linea, ormai senza vita da ore, con un foro di proiettile all’altezza dell’arcata sopraccigliare. Vicino a lui la Glock, in un cassonetto poco distante le lenzuola in cui era stato avvolto.

In tarda mattinata i carabinieri erano a casa sua, e poco dopo avevano ricostruito cosa era accaduto. Interrogato in serata dal magistrato, ha raccontato tutto, fornendo una versione compatibile con quella dei due testimoni che avevano assistito alla scena, e che erano scappati in preda al terrore. Ora Ballan si trova in carcere, in attesa dell’interrogatorio d convalida, arrestato per il possesso della carabina, trovata assieme a altre pistole e fucili regolarmente denunciati.