Guanzate, 14 ottobre 2024 – Ha scelto di non rispondere al giudice per giustificare la presenza in auto di due donne e due bimbe diretti oltreconfine. Così l’uomo, Muhammad Shahbaz, pakistano di 42 anni residente a Milano, è rimasto in carcere al Bassone, al termine dell’interrogatorio di convalida che si è svolto questa mattina davanti al gip di Como Maria Elisabetta De Benedetto. Il suo arresto, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, risale a giovedì della scorsa settimana, quando la polizia locale di Guanzate si era avvicinata al veicolo guidato dall’uomo, una Peugeot, visibilmente incidentato e fermo in via Sant’Ambrogio. All’interno dell’auto c’erano due donne di origine turca assieme ad altrettante bambine di circa 4 o 5 anni: nessuna di loro parlava la stessa lingua dell’uomo e non erano in grado di comunicare con lui. Dopo le prime domande, dalle quali è subito emerso che la situazione non era chiara, tutti sono stati portati al comando. Si è così scoperto che donne e bambine erano state caricate a Milano la sera prima ed erano clandestinamente dirette in Svizzera.
Su disposizione del magistrato di turno della Procura di Como, Giulia Ometto, Shahbaz era stato arrestato e portato in carcere e il suo telefono è stato messo sotto sequestro, a disposizione delle indagini. Le donne e le bimbe sono invece state affidate a un centro di accoglienza, dopo essere state sentite dalla polizia. Ora le indagini stanno proseguendo, per cercare di capire meglio se si è trattato di un trasporto occasionale, o se si inserisce in una situazione più articolata.
"Esprimo gratitudine a tutti gli agenti - commenta in una nota l'assessore regionale alla Sicurezza Romano La Russa - coordinati dal vicecomandante della Polizia locale di Limbiate, Antonio Azzarone, impegnati in questa delicata operazione che ha permesso di bloccare una pericolosa attività criminale che vede coinvolti anche dei minori. Ancora una volta si conferma l`efficacia dei protocolli che vedono la Polizia locale lavorare in aggregazione, soprattutto nei territori più difficili da controllare come le aree boschive, crocevia di svariati reati e fenomeni criminali".