SIMONA BALLATORE
Cronaca

Il cinema distillato di Paolo Lipari arriva in Cina

Il progetto "InOneAllMovie" il cinema si trasforma in un concentrato di frame: tutto un lungometraggio è contenuto in un’unica tela. L'idea è piaciuta nelle università cinesi dove il regista comasco è stato invitato a tenere delle lezioni

Paolo Lipari

Como, 1 marzo 2016 - Il debutto fu al Museo interattivo del Cinema di Milano, nel dicembre del 2013, poi venne il Festival della Luce, sul Lario, e il Festival della Memoria a Ercolano. Da allora «InOneAllMovie» di chilometri ne ha percorsi oltre 10mila insieme al suo creatore, il regista comasco Paolo Lipari, che nei mesi scorsi è approdato in Cina e, da domani, esporrà le sue opere a Genova, nelle sale del Palazzo Reale. Nel nome – «InOneAllMovie» – una dichiarazione: «Io amo». Lipari è partito da qui per brevettare una forma d’arte inedita, che parte dal cinema e si trasforma in un concentrato di frame, un distillato cromatico del film: tutto un lungometraggio è contenuto in un’unica tela. Ha iniziato con i film della sua vita, Amarcord, Otto e mezzo, Apocalypse now, La donna che visse due volte, Psyco, Il favoloso mondo di Amélie, Kill Bill Vol.1 e Kill Bill Vol.2. Li ha compressi in un unico fotogramma aumentando progressivamente la velocità di scorrimento, poi è intervenuto sulla pellicola con la tecnologia digitale trasformandola in una sorta di fotografia. All’interno di ciascuna composizione, oltre alla fusione di colori, lo spettatore può scorgere alcuni momenti e personaggi del film, ricostruendolo a posteriori.

«È un altro modo di possedere il film, appendendolo alla parete come un ritratto caro. Nonostante sembri racchiuso lì conserva la sua energia. Penso che il cinema da leone che ruggisce sia diventato un gattino addomesticato, la sfida è vedere se questo leone, ingabbiato in questo spazio ancora più stretto, può tornare a ruggire», sottolinea l’artista. E quel ruggito è arrivato sino in Cina: per due mesi Lipari è salito in cattedra nelle università di Nanchino, Shanghai e Hangzhou. «Il viaggio è frutto di un incontro con un professore di scenografia dell’Accademia dell’Arte di Nanchino. Era a Como e, quando ha visto le opere, mi ha detto: “Dobbiamo assolutamente portarle in Cina“. Pensavo fosse una frase di cortesia. A settembre invece è arrivato l’invito ufficiale da tre università per due mesi - racconta Lipari –. InOneAllMovie è un progetto che sta andando avanti con le sue gambe, con il passaparola, raggiungendo ambienti autorevoli e di prestigio come le università. Mi piace incontrare questo pubblico».

In Cina l’accoglienza è stata sorprendente. «Questi colori estremi, questa tipologia d’arte misteriosa, che non è quadro e non è neanche fotografia, sono stati percepiti come una bella provocazione». Alla raccolta si sono aggiunti nel frattempo altri film: Hero, Zabriskie point, I misteri del giardino di Compton House e The Wall, trasposizione cinematografica dell’album dei Pink Floyd. Domani, alle 17, l’inaugurazione della mostra a Genova, all’interno del laboratorio interdisciplinare «Memoria/e» curato dai professori Paola Valenti e Luca Malavasi, giovedì pomeriggio Lipari terrà una lezione a tema e sino al 20 marzo la collana di film sarà ospitata nella sala del Teatro del Falcone a Palazzo Reale. Poi la tournèe continuerà all’interno dell’ateneo di Pavia.