FEDERICO MAGNI
Cronaca

Cinquant’anni fa il temerario volo: sul lago di Como nasce il parapendio

Il pioniere Alfio Caronti torna dove tutto iniziò. "Mi raccolsi in silenzio, poi il lancio. Mi davano del pazzo"

Lo storico volo in deltaplano di Alfio Caronti il 4 novembre 1971

Cernobbio (Como) - "Le notti che precedettero il volo avevo sognato mille volte quel salto nel vuoto. Mi svegliavo mentre ancora stavo correggendo la posizione. Così mi ero esercitato nel sonno. Non c’erano state altre prime volte per imparare. Ma la mattina del 4 novembre mi isolai. Sono credente, ma a modo mio. Mi sono rivolto a tutti gli esseri in volo e ho chiesto loro il permesso di entrare con rispetto in quel mondo. Ho avvertito il loro consenso".

Il 4 novembre del 1971 con quel decollo pieno di incognite nel cielo del lago di Como, Alfio Caronti aprì la strada al volo libero in tutto il mondo. Se oggi in tanti solcano le correnti ascensionali a bordo di un parapendio o di un deltaplano lo si deve soprattutto al coraggio di quella mattina. Prendendo velocità con gli sci ai piedi sul ripido pendio erboso del monte Murelli, sostenuto da quello che assomigliava più a un “aquilone” che a una vela, Caronti conquistò l’aria sfruttando la Breva che arriva da Sud per poi planare sano e salvo nelle acque del lago di Como, vicino a Careno. Fu il primo volo in deltaplano in Europa.

Oggi chi sale al monte Murelli, poco distante dal Bisbino, sul confine con la Svizzera, può finalmente conoscere una storia che era quasi stata dimenticata grazie a una targa con la foto di quel salto nel vuoto. "Dicevano che mi sarei rotto l’osso del collo. Pensavano fossi un pazzo quando nei mesi che precedettero il decollo mi preparavo avanti e indietro sul lago – racconta Caronti, che è un fiume in piena quando si tratta di descrivere le emozioni di quell’istante –. Ho un ricordo meraviglioso di quel volo e ricomincerei tutto da capo. Non mi ero nemmeno reso conto di aver aperto la strada a una nuova disciplina. Mi sentivo solo libero. Quando decolli cammini nell’aria, il cielo ti accoglie, ma io mi sento sempre di chiedere il permesso. Il mio è sempre stato un rapporto leale e di grande rispetto per la natura. Le ali diventano un prolungamento delle mani. È una sensazione che tutti dovrebbero provare prima o poi nella loro vita".

Sembra strano, ma tutto partì dall’acqua. Alfio Caronti, classe 1944, era un campione di sci nautico a livello internazionale. Durante le varie tappe in giro per il mondo divenne amico dell’australiano Bill Moyes, pioniere mondiale del volo libero, il vero inventore del deltaplano. A fine anni Sessanta Moyes si esibiva durante le gare di sci nautico. Con una fune lunga 450 metri veniva agganciato a un motoscafo e trainato ad alta velocità. Si librava in volo sorretto dalla sua vela triangolare. Una rivoluzione. La gente rimaneva sbalordita. Non si era mai visto nulla del genere prima. Durante una di queste esibizioni si ruppe un braccio. Fu allora che Caronti gli chiese in prestito la vela, complice la grande amicizia fra i due. L’idea a quel punto era di infrangere un’altra barriera: volo libero senza motoscafi senza traino per conquistare il cielo da un’altura. Fu così che aprì la strada alla rivoluzione del volo libero nei successivi 50 anni.

A mezzo secolo da quel volo Alfio Caronti con gli amici è tornato sul luogo del decollo per ricordare quello storico volo. La Federazione aeronautica internazionale gli ha conferito un riconoscimento speciale per essere stato il primo. Negli anni successivi Caronti fondò anche la “Icaro 2000” un’azienda che ancora oggi produce deltaplani. Caronti nel 1980 decise di cambiare vita in seguito a un incidente durante una sessione di sci nautico e divenne chiropratico, conosciuto sopratutto nell’ambiente sportivo.