Se nel resto d’Italia si accontentano della Nazionale che, come si sa conta 60 milioni di commissari tecnici, a Como ad appassionare e dividere sono le paratie; soluzioni di tutti i mali del lago per alcuni, perfettamente inutili per altri. Tra gli iscritti ad honorem della seconda fazione c’è Bruno Magatti, fondatore di Civitas ed assessore della Giunta Lucini, sempre molto scettico sull’efficacia e i benefici del “Mose“ in formato tascabile sul lago. "In questi ultimi giorni, come già altre volte nei mesi scorsi, l’acqua ha allagato un poco della piazza Cavour di Como. Le mie considerazioni al riguardo partono da lontano - spiega - Ho seguito la vicenda paratie fin dai suoi albori. Erano gli anni del mio primo mandato da consigliere comunale. Con ’Paco’ ne contestammo, dentro e fuori le istituzioni, utilità ed efficacia.
La struttura delle paratie è una barriera fisica che separa le acque del lago e quelle sotterrane e superficiali delle aree adiacenti. Il naturale interscambio tra le acque della falda e il lago è interdetto e tutti gli scarichi a lago della zona sono stati sigillati. Se così non fosse l’acqua del lago, con percorsi sotterranei, verrebbe ad affiorare al di qua delle barriere per la nota legge dei vasi comunicanti".
Il problema insomma non è solo evitare che l’acqua del lago finisca in città, ma consentire che l’acqua piovana finisca nel lago. Le grandi vasche coperte sotto il lungo Lario Trento e Trieste e il sistema di pompe idrauliche, non ancora in funzione, servono proprio a questo. "Finiti, forse, i tempi delle esondazioni si preannunciano forse quelli delle inondazioni, ovvero di una piazza invasa non dall’acqua del lago ma da quella proveniente dalla città e dal grande bacino imbrifero che sta alle sue spalle. Tutto era scritto ’la stima delle dimensioni delle vasche è calcolata con tempi di ritorno di 10 anni’. Queste conclusioni si fondavano sui dati delle precipitazioni piovose precedenti il 1995. In città, a diverse centinaia di metri dal lago c’è qualche cantina, autorimessa e vano ascensore che ha visto affiorare acqua mai osservata prima. Pochi si sono presi la briga di immaginare come avrebbe reagito la falda dopo la realizzazione delle chiusure ermetiche del sistema paratie e il rallentamento del deflusso".