ROBERTO CANALI
Cronaca

Lago di Como, progetto paratie: il Mose del Lario è all’orizzonte. Ma sarà manuale

In caso di acqua alta i manufatti andranno montati dagli operai

La prova paratie è stata fatta

Como - Dovevano essere il 'Mose del lago di Como' come furono presentate in maniera un po’ pomposa ormai quindici anni fa, adesso che finalmente sono pronte tutti hanno scoperto che le paratie che dovranno difendere la città dalla esondazioni del Lario sono da montare a mano, con tanta buona volontà e olio di gomito.

Non un mistero per gli addetti ai lavori e gli amministratori che ben sapevano che questa era la soluzione individuata dalla Regione per far uscire il cantiere infinito dalle secche in cui era piombato dopo le inchieste della Procura di Como e i ripetuti cambi di progetto, ma comunque accolto con sorpresa da tanti comaschi che abituati ad aprire il garage o il cancello di casa con il telecomando pensavano di difendersi con click dalle piene del loro lago. Invece non sarà così, le barriere andranno montate una per una a mano estraendole dai cassoni in cui sono alloggiate, sotto la passeggiata, e montate dagli operai. L’altro giorno sono state fatte anche le prove: prendendosela comoda servono due minuti a inserto, mentre andando di buon passo ce la si può fare in un minuto. Rimane da capire a chi toccherà il compito di metterle in opera ogni volta che ce ne sarà bisogno. Il compito non è di quelli impossibili, ma occorre comunque una certa preparazione da acquisire attraverso corsi e prove.

Poi ci sono tutti gli aspetti amministrativi della questione, ad esempio a chi toccherà mettere in opera le difese ogni volta che sarà necessario intervenire. Anni fa si era ipotizzata una fantomatica squadra paratie, ma poi i tempi biblici del cantiere hanno fatto cadere tutto nel vuoto, adesso è arrivato il momento di affrontare di nuovo il problema per prevedere ad esempio se agli operai andrà riconosciuta la reperibilità e che tipo di contratto andrà applicato. Insomma al saldo finale di 32,5 milioni di euro, al netto dell’inflazione e in larga parte a carico di Regione Lombardia, andranno aggiunti i costi di gestione, ancora tutti da stabilire.