Como - I turisti stranieri stanno per tornare e le strade del lago di Como sono un cantiere, tra lavori che stanno per partire e altri iniziati e mai finiti. Quasi una beffa per una delle province lombarde che più dipende dal turismo, inserita con il proprio lago nella top ten delle mete europee.
Nonostante da anni si parli di programmazione, ancora una volta le emergenze rischiano di avere la meglio, con buona pace dei turisti in arrivo dal Nord Europa che nella settimana di Pasqua sono attesi sul lago per la prima vacanza dell’anno e rischiano di ritrovarsi in coda subito dopo l’ingresso in Italia alla dogana di Brogeda.
Colpa dei lavori, infiniti, lungo la A9 che inizieranno proprio oggi e si concluderanno – se tutto andrà bene – entro il 28 maggio. Questa volta c’è da completare la ricostruzione della calotta della galleria San Fermo e siccome i lavori vanno effettuati in assenza di traffico Autostrade per l’Italia provvederà con una deviazione della carreggiata, nel tratto tra Como Centro e il confine con la Svizzera per gli automobilisti provenienti da Lainate e diretti verso il confine. Siccome l’autostrada è a due corsie di marcia, per i prossimi tre mesi si procederà tutti in colonna e le code sono assicurate. Lo sanno bene i frontalieri, che si stanno già organizzando per evitare l’autostrada, anche se ciò comporterà la paralisi delle strade secondarie a ridosso del confine.
Come se non bastassero le code sull’A9, il timore è di rimanere imbottigliati anche sul lago, lungo la Statale Regina che è la principale direttrice per chi da Como si vuole spostare verso la Valtellina. In questo caso i problemi sono legati ai lavori per la Variante della Tremezzina, quasi fermi da dicembre all’altezza di Colonno, dove si lavora all’ingresso della galleria lunga più di 9 chilometri che consentirà alle auto di evitare le strettoie del lago.
L’inverno scorso per il via ai lavori la strada rimase chiusa da novembre ad aprile, quest’anno le cose sembravano andare meglio finché non sono state individuate tracce di idrocarburi nel materiale di scavo. Il timore della bonifica ha rallentato le operazioni, che rischiano di complicarsi ulteriormente con l’arrivo dei turisti e l’aumento del traffico.