Porlezza, 28 novembre 2024 – Era stata trovata senza vita a fine luglio, a 45 anni, nella sua abitazione di Porlezza. Una morte che fin da subito era apparsa poco chiara e che aveva spinto il sostituto procuratore di Como, Alessandra Bellù, a disporre l’autopsia per stabilire le circostanze di quel decesso. L’esame del medico legale aveva così stabilito che la causa era da ricondurre a un’assunzione di cocaina, che le era stata letale.
Le indagini, delegate ai carabinieri di Porlezza, sono sfociate ora nell’iscrizione sul registro degli indagati di un amico della vittima, un uomo di 38 anni anche lui residente in Alto Lago, raggiunto da avviso di garanzia con l’ipotesi di “morte come conseguenza di altro delitto”.
Gli accertamenti
Gli inquirenti ritengono infatti che sia stato lui a cedere la dose di stupefacente risultata letale, che il 24 luglio aveva causato la morte della donna, ex titolare di un locale pubblico della zona e molto conosciuta a Porlezza. Martedì i carabinieri hanno eseguito una perquisizione nell’attuale abitazione dell’uomo, dove hanno trovato una trentina di grammi di hashish e un paio di marijuana.
Da parte sua l’indagato, che ha nominato l’avvocato Andrea La Russa, ha fin da subito rigettato quell’accusa: “Le indagini sono ancora all’inizio – dice il legale – ma il mio assistito ritiene di non avere nessuna responsabilità per quanto accaduto alla donna, che conosceva”.
I possibili sviluppi
La perquisizione a cui è andato incontro il trentottenne è il primo atto di una indagine che è alle fasi iniziali e che finora si sarebbe basata sulla ricostruzione delle frequentazioni della donna, comprese quelle del giorno della sua morte, così come delle abitudini dell’ultimo periodo.
A questo dovranno essere aggiunte consulenze più tecniche. Un atto già nel fascicolo di indagine è invece l’autopsia, che nello stabilire le cause del decesso ha certamente spiegato come quell’assunzione di droga abbia creato il corto circuito fatale alla donna e la qualità della sostanza emersa dalle analisi.