PAOLA PIOPPI
Cronaca

Postina di 29 anni morta sul lavoro a Mariano Comense: il conducente del furgone a processo

Per due volte la Procura di Como aveva chiesto l’archiviazione per la morte di Ambra Sala Tenna. Ora arriva l’imputazione coatta del Gup e il fascicolo va a dibattimento. Fatale l’urto fra la moto e il mezzo in una rotonda

Ambra Sala Tenna morta a 29 anni

Ambra Sala Tenna morta a 29 anni

MARIANO COMENSE – Per due volte, la Procura di Como aveva chiesto l’archiviazione per l’incidente avvenuto il 28 aprile 2022, in cui aveva pero la vita Ambra Sala Tenna, portalettere di 29 anni di Cantù. Ma il Gup del Tribunale di Como Walter Lietti, ha deciso di procedere con una imputazione coatta, mandando il fasciolo a dibattimento. L’urto con un furgone costato la vita alla giovane postina, era avvenuto mentre svolgere il suo giro di recapito della corrispondenza alla guida di una moto Piaggio, quando era entrata nella rotonda all’incrocio tra via Sauro e via San Francesco.

Un attimo fatale, su cui si sono giocate le consulenze disposte in fase di indagine, i cui esiti sono sfociati in conclusioni molto differenti. Secondo il sostituto procuratore di Como Antonia Pavan, che aveva chiesto l’archiviazione, non ci sarebbe alcuna colpa dell’autista del furgone contro cui era finito lo scooter della vittima. La relazione del suo consulente. Aveva infatti stabilito che il furgone era già all’interno della rotonda, e che la vittima non gli aveva concesso la precedenza. Inoltre indossava il casco, ma non era allacciato, ed era quindi volato via al momento dell’impatto.

La prima richiesta di archiviazione era stata presentata sei mesi dopo l’incidente, ma l’opposizione dei familiari, accolta dal giudice, aveva portato allo svolgimento di un incidente probatorio, il cui esito – secondo il perito nominato dal Tribunale - era andato nella stessa direzione, sollevando l’indagato da qualsiasi responsabilità. La stessa ricostruzione che era emersa dai rilievi svolti dalla polizia locale il giorno dell’incidente, che fin da subito aveva parlato di mancata precedenza da parte della vittima. Per questo motivo, la Procura ha rinnovato la richiesta di archiviazione. Richiesta che il giudice ha ritenuto di non accogliere, decidendo quindi per il rinvio a giudizio.