Como – Un’udienza breve per ammettere le prove e la lista testi, e per fissare un calendario di quattro udienze durante le quali si discuterà il processo nel quale Massimo Riella, l’ex fuggiasco di 49 anni di Gravedona, è accusato di aver rapinato due anziani coniugi la sera del 9 ottobre 2021, dopo essere entrato nella loro abitazione.
Le vittime erano un uomo di 91 anni, ora deceduto, e la moglie di 88, aggrediti, gettati a terra e lasciati sanguinanti a causa dei traumi subiti, per un bottino di 700 euro. L’imputato, arrestato a dicembre successivo, ha sempre negato di essere l’autore di quella rapina, nonostante una serie di forti indizi, e alcuni accertamenti biologici e tecnici, raccolti dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Menaggio. Detenuto per questi fatti, Riella era evaso a marzo dello scorso anno, durante una visita alla tomba della madre al cimitero di Brenzio, per poi essere catturato in Montenegro a luglio e rimandato in Italia.
Il processo con giudizio immediato, si è aperto davanti al Tribunale Collegiale di Como - Valeria Costi, Veronica Dal Pozzo e Maria Lombardi Stocchetti – e proseguirà fino a metà luglio. Nutritissima la lista testi presentata dalla difesa di Riella, avvocato Roberta Minotti, in cui compaiono i nomi di numerosi conoscenti dell’imputato, chiamati a riferire di una quantità di dettagli relativi alla sera in cui era avvenuta l’aggressione.
È stato inoltre citato il padre dell’imputato, Domenico Riella, ritenuto a conoscenza di informazioni sulle accuse che sono state rivolte al figlio. Ma prima di tutti, saranno sentiti i carabinieri che hanno svolto le indagini, e i consulenti tecnici che hanno lavorato sui reperti biologici e sulle immagini dei sistemi di videosorveglianza.