FEDERICO MAGNI
Cronaca

Sfregio al lago di Pusiano: blocchi di cemento sulle palafitte neolitiche

Ancoraggi per boe minacciano i resti sommersi

Un palo di palafitta trovato nel lago

Pusiano (Como), 9 giugno 2017 -  Blocchi di cemento pesanti quintali sui resti sommersi di un villaggio risalente a più di diecimila anni fa, in sfregio alla storia locale. Succede nel lago di Pusiano, celebrato da Segantini e cantato dal Parini, dove sono apparse le boe, ancorate appunto ai corpi morti,  in prossimità del canneto a est dell’Isola dei Cipressi. «Sono state poste queste boe, non sappiamo da chi, né per quale motivo – commenta Gerolamo Gavazzi, proprietario dell’Isola dei Cipressi, che ha scritto una lettera alla presidenza del Parco Valle Lambro, al Comune di Pusiano e alla Soprintendenza ai beni archeologici – Queste boe sono ancorate al fondo con grossi blocchi di cemento molto pensati e invasivi. Ma proprio nel punto in cui sono state posate ci sono i resti del villaggio Palafitticolo dell’Isola dei Cipressi».

Durante le esplorazioni effettuate negli anni, infatti, sono stati scoperti ventisei pali del villaggio preistorico. E nel museo di Erba sono custoditi i resti di una di queste palafitte risalenti al Neolitico, rinvenuta durante gli scavi subacquei negli anni ’60 e ’70. Gli altri resti sono rimasti sul fondo del lago, accanto all’isola. Il primo ad appassionarsi alle palafitte del “Pusiano” fu verso la metà dell’Ottocento l’abate Antonio Stoppani, che arrivò sull’isola e trovò una dozzina di monconi di pali infissi nel fondo del lago.  Un’importante campagna di ricerche fu portata avanti a fine anni Settanta  da Ettore Bianchi, della Società Archeologica Comense. Tra i reperti, oltre alle selci e alle punte di frecce, fu rinvenuto anche un amo da pesca. Era un amo di bronzo. Evidentemente chi ha messo quelle boe nei giorni scorsi  non conosce questa storia. «Il villaggio palafitticolo è documentato in molti libri e studi, anche nel piccolo museo dell’Isola dei Cipressi – continua Gavazzi – Ci si domanda come è possibile mettere boe con i loro pesi di ancoraggio che rotolano sul fondo proprio dove esiste questa testimonianza storico-archeologica, unica e preziosissima. Questi resti hanno circa diecimila anni. È paradossale che l’attività umana di questi anni ne comprometta l’integrità».

Più volte negli ultimi anni si sono scontrati coloro che chiedevano un’attività turistica meno invasiva, e chi invece spingeva affinché sul lago arrivasse sempre più gente ad usufruire dei servizi messi a disposizione. Era già successo con l’antica casa dei Pescatori del 1.500, acquistata come base operativa da chi ha comprato i diritti di pesca e navigazione sul lago, e poi inspiegabilmente abbattuta in una notte sola. Ora sul lago resta solo  un’impalcatura vuota, a testimoniare uno sfregio di cui si è occupata anche la Soprintendenza. Che ora dovrà valutare l’impatto del cemento sull’antico villaggio preistorico.