
Ramona Rinaldi e, a destra, i rilievi del Ris
Veniano (Como) – La porta del bagno in cui Ramona Rinaldi era ormai senza vita, era chiusa. I soccorritori del 118 intervenuti la mattina del 21 febbraio, nell’abitazione di Vicolo Pozzo 12 a Veniano, hanno dovuto forzarla a spallate per poter entrare, come se fosse stata chiusa a chiave. Ma nessuno aveva chiuso la serratura, e non sono stati trovati oggetti che dall’interno potessero aver bloccato la porta, e ad oggi non si capisce cosa ne impedisse l’apertura. È solo un dei tanti aspetti che non trovano risposte logiche nella morte della trentanovenne. Il marito, Daniele Re, 33 anni attualmente disoccupato, nei giorni scorsi è stato iscritto sul registro degli indagati con l’ipotesi di omicidio volontario: è infatti questo il titolo di reato su cui stanno indagando i carabinieri e il sostituto procuratore di Como Antonia Pavan, a cui si aggiunge l’ipotesi di maltrattamenti in famiglia nei confronti della moglie. I primi esiti dell’autopsia sarebbero risultati compatibili con un’ipotesi di gesto volontario, ma il medico legale non ha ancora completato tutti gli accertamenti, tra cui le analisi di laboratorio.
Nel frattempo i carabinieri del Ris, su richiesta della Procura, martedì hanno fatto un sopralluogo nell’abitazione, messa sotto sequestro e chiusa, da cui hanno prelevato parecchio materiale destinato a essere analizzato: innanzi tutto la cintura dell’accappatoio che ha causato la morte della donna, e lo stesso accappatoio, oltre ad abiti e altri oggetti e strumenti ritenuti utili a cercare la presenza di eventuali tracce che possano ricostruire gli ultimi gesti sia della vittima che di eventuali terze persone.
Fin da subito, erano invece stati sequestrati dai carabinieri telefoni e altri apparati informatici, ora in fase di analisi, così come le immagini di telecamere presenti nei dintorni della palazzina. Un altro elemento emerso dalle testimonianze, è un tonfo sentito dagli inquilini del piano sottostante l’abitazione della coppia, verso le 5.15 del mattino: un orario che risulterebbe compatibile con il momento del decesso, prima dell’arrivo dei soccorsi, e che al momento non trova spiegazioni plausibili in relazione a un gesto volontario. La telefonata del marito è infatti di quell’ora, quando l’uomo ha dichiarato che la moglie non rispondeva e di non essere riuscito a entrare in bagno per accertarsi di cosa fosse accaduto, aspettando l’arrivo di 118 e carabinieri.