PAOLA PIOPPI
Cronaca

Rapinatori violenti sul treno per Chiasso: arrestati 4 giovanissimi

Da Milano Porta Garibaldi avevano seguito due ragazzi svizzeri per poi entrare in azione tra Carimate e Cantù

Polizia in stazione

Polizia in stazione

Como  – Li avevano notati subito, a tarda notte alla stazione Porta Garibaldi di Milano, con gli accessori e le scarpe di marca, gli Airpods e i telefoni cellulari costosi, la certezza dei soldi in tasca. Così li hanno avvicinati fingendo di fare due chiacchiere, e seguiti in treno, diretti verso Chiasso.

Mezz’ora dopo, quando lo scompartimento su cui viaggiavano era ormai deserto, era spuntato un coltello, con cui quattro giovanissimi hanno minacciato i due coetanei, malmenandoli e rapinandoli. Un’aggressione avvenuta la notte del 28 dicembre tra Carimate e Cantù, per la quale ieri mattina sono stati arrestati Mohsine El Rhalati e Adam Nabigh, diciannovenni residenti a Lentate sul Seveso, come i due minorenni che erano già finiti al Beccaria a fine maggio, uno di 17 anni e il secondo diventato maggiorenne di recente.

Sono accusati di rapina e tentata rapina aggravata in concorso, nei confronti di due diciannovenni svizzeri. Uno dei quali costretto a consegnare portafogli con denaro e carta di credito, un borsello e un berretto di marca, l’iPhone con con auricolari, caricatore e cassa audio, e le scarpe Nike che indossava. Era stato immobilizzato mentre gli frugavano in tasca, poi minacciato con il coltello per rivelare il codice di sblocco del telefono, ma subito le minacce si erano dirette anche verso l’amico, per impedirgli di intervenire. Quest’ultimo, a sua volta vittima di un tentativo di rapina e aggredito, era riuscito a reagire facendoli desistere. Il giorno successivo la Polizia di Frontiera di Como aveva ricevuto la denuncia, facendo partire un’indagine certosina, iniziata dalle descrizioni fornite dalle vittime, e dalle immagini delle telecamere di Porta Garibaldi: un’inquadratura, particolarmente preziosa, mostra i sei ragazzi insieme, con i volti degli arrestati bene in evidenza.

Due di loro, già fotosegnalati, sono stati identificati con i Sari, il sistema di riconoscimento facciale, gli altri due grazie ai contatti tra di loro, tra cui quelli sui social. La perquisizione svolta successivamente ha consentito di recuperare quasi tutta la refurtiva, oltre agli abiti indossati quella notte: elementi che hanno radicato la misura cautelare, emessa per la particolare pericolosità sociale dei quattro giovani indagati.