ROBERTO CANALI
Cronaca

Como, Regina chiusa quattro mesi: incubo sul Lario

Da fine novembre a inizio aprile il lago sarà tagliato a metà. Sulle barricate i sindacati e gli albergatori: "Saremo costretti a cacciare i turisti"

Sulla Regina da fine novembre ad aprile non si potrà circolare

Tremezzina (Como) - Si avvicina il via ai lavori per la Variante della Tremezzina e sul lago aumenta la preoccupazione, inevitabile di fronte al concretizzarsi di quello che fino a qualche settimana fa era solo il peggiore tra gli scenari possibili e poi, dopo la presa di posizone di Anac e Ministero, è diventata l’unica soluzione possibile. Il prefetto Andrea Polichetti non intende lasciare soli i sindaci dei paesi del Medio e Alto Lago e domani ha convocato un tavlo di coordinamento in prefettura. Si discuterà di problemi pratici come la riorganizzazione dei servizi sanitari e il rafforzamento dei presidi di sicurezza sul territorio. La strada rimarrà chiusa per 120 giorni consecutivi, dalla fine di novembre con tutta probabilità il 29, fino all’inizio di aprile.

«Esprimiamo profonda preoccupazione per l’inizio dei lavori della variante della Tremezzina e degli effetti che potrebbero generarsi senza adeguati interventi di prevenzione sia in ambito di trasporto pubblico sia in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro – mettono le mani avanti le parti sociali – Riteniamo necessario che la cabina di regia istituita in Prefettura coinvolga anche i sindacati". Particolarmente preoccupati gli albergatori che a luglio e agosto, dopo più di un anno, avevano salutato il ritorno dei turisti stranieri nelle loro strutture e adesso dovranno chiudere di nuovo. "Abbiamo chiesto di non chiudere oltre il 1 di marzo – spiega Luca Leoni, presidente degli Albergatori di Confcommercio Como – il 1 aprile mette a disagio moltissime strutture che hanno già pianificato un’apertura posticipata rispetto agli altri anni con una conseguente perdita di fatturato. Si provino ad accorciare i tempi il più possibile. Sappiamo che la Variante della Tremezzina è un progetto importante e fondamentale ma è necessario tenere conto delle esigenze e delle difficoltà di chi opera sul territorio". Sono preoccupati anche i frontalieri che non sanno ancora come faranno ad andare al lavoro quando la Regina sarà tagliata a metà all’altezza di Colonno, dove verrà costruito il portale per la nuova strada.

«Al momento , non si ha un numero preciso di quante persone siano riguardate dalla chiusura, ma crediamo siano parecchie – conclude Umberto Colombo, segretario provinciale Cgil Como – le soluzioni alternative, nonostante si siano chieste, non sono state trovate. I taxi boat di cui si sta parlando ora possono essere un supporto, ma non sono sufficienti, specie in alcune fasce d’orario, per superare il problema. Ci vuole maggiore chiarezza sul funzionamento del trasporto pubblico lacuale durante i mesi di chiusura, oltre a una calmierazione dei prezzi dei biglietti e degli abbonamenti".