Como - Un milione e mezzo di euro di appropriazione indebita ai danni della Croce rossa di Como, fatture per operazioni inesistenti, falso ideologico e turbativa d’asta. Ipotesi di reato per le quali è stato iscritto sul registro degli indagati Matteo Fois, commissario straordinario della Cri di Como fino al 2019, poi presidente fino a febbraio 2020. Compiti per i quali viene considerato incaricato di pubblico servizio.
Ieri mattina, la Guardia di finanza, su disposizione del sostituto procuratore di Como Pasquale Addesso, gli ha perquisito casa e ufficio, oltre alle sedi dei Como, Lipomo e San Fedele Intelvi di cui è stato legale rappresentante dal 2014 al 2020. Le indagini si concentrano su un’ipotesi di appropriazione indebita di un milione e 500mila euro, che sarebbe avvenuta tra il 2015 e il 2019: in particolare, 40mila euro sarebbero transitati dai conti correnti della Croce Rossa a quelli di Fois, a titolo di rimborso spese, altri 28mila trasferiti da un conto all’altro con assegni bancari senza un chiaro titolo giustificativo, e circa un milione e 400mila euro sarebbe stato utilizzato per il pagamento di fatture per operazioni inesistenti.
Le ipotesi di falso ideologico e turbativa d’asta, riguardano invece le procedure di gara pubblica indetta dal Comune di Como per l’affidamento del servizio di Telesoccorso per anziani e disabili, tra luglio e novembre 2019. Avrebbe infatti attestato nelle dichiarazioni, che la Croce rossa di Como era in possesso dei requisiti tecnico professionali richiesti dal bando, che consistevano nell’aver svolto "con esito positivo, servizi analoghi per un importo complessivo non inferiore ai 48mila euro nel triennio precedente, di cui uno di importo non inferiore ai 12mila euro, per Enti Locali". Fatti che non sarebbero invece corrispondenti al vero. Ma la Procura ha anche un profilo di turbativa di gara pubblica, in quanto grazie a queste dichiarazioni, la Cri di Como aveva ottenuto un punteggio tale da guadagnare l’assegnazione provvisoria del servizio di Telesoccorso, sulla base di un dato non corrispondente al vero. Era stata una segnalazione del Settore Appalti del Comune di Como, un anno fa, a far avviare le indagini, che avevano portato anche a svolgere accertamenti sui suoi conti correnti e sulle movimentazioni di assegni e bonifici.