ROBERTO CANALI
Cronaca

Supersconti in Canton Ticino: gli italiani assaltano gli outlet svizzeri per anticipare i saldi

Sconfinamento da Como e Varese. Le scorse settimane invece erano stati gli svizzeri a sfruttare il cambio favorevole per fare shopping in Italia

Caccia all’affare durante lo shopping in Canton Ticino In molti non si sono fatti sfuggire l’occasione

Caccia all’affare durante lo shopping in Canton Ticino In molti non si sono fatti sfuggire l’occasione

COMO – Mentre in Lombardia i negozianti dovranno attendere fino al prossimo 4 gennaio per dare il via ai sald in Canton Ticino i “super sconti“ come si chiamano da queste parti, sono iniziati subito dopo Natale. Neanche a dirlo il 27 dicembre alla riapertura dei negozi dopo le feste in coda per non lasciarsi sfuggire le occasioni scontate anche del 70% c’erano tanti italiani, tentati come tutti gli anni dagli outlet che non a caso sono spuntati subito dopo il confine. Solo l’ultimo atto di una guerra del carrello senza esclusione di colpi e di sconti.

Nelle scorse settimane ad avvantaggiarsi sono stati soprattutto i negozianti italiani, basta chiedere a quelli di Como e Varese, che non hanno avuto bisogno di fare sconti ai loro clienti svizzeri ben disposti a fare shopping sfruttando il “super franco“ che anche nel 2024 ha cambiato costantemente sopra l’euro.

A trarne vantaggio non sono state solo le boutique, ma anche i supermercati e i negozi di genere alimentari. Gli ultimi fuochi perché dal 1° di gennaio per gli svizzeri diventerà meno conveniente fare la spesa nel nostro Paese. La Svizzera infatti ha deciso di abbassare la franchigia da 300 a 150 franchi per persona al giorno su tutti gli acquisti oltreconfine. Un modo per favorire il commercio locale e porre un freno al cosiddetto “pendolarismo della spesa“.

“Il Dipartimento federale delle finanze adempie le richieste formulate in due iniziative cantonali di limitare il turismo degli acquisti”, spiega in una nota il Consiglio federale di Berna. A partire dal primo gennaio i viaggiatori potranno importare senza “pagare dazio“ merci destinate all’uso privato fino a un valore complessivo di 150 franchi.