REDAZIONE COMO

San Fedele Intelvi, nella rete due bracconieri

Sui monti lariani di confine si continua a cacciare di frodo in particolare durante le ore notturne

Si continua a cacciare di frodo sui monti del Lario, spesso a cavallo del confine dove è molto facile sconfinare, specie nel corso di "battute" che non hanno nulla di regolare. Nei giorni scorsi gli uomini della Polizia Provinciale di Como, con l’aiuto dei carabinieri forestali, hanno fermato due cacciatori di frodo lungo la strada che da San Fedele arriva a Orimento, sulle pendici del Monte Generoso. Si tratta di un sessantatreenne residente in Valle Intelvi individuato perché stava utilizzando un segnale luminoso che viene impiegato, durante le battute di caccia, per individuare le prede. Il bracconiere aveva con sé un fucile denunciato e molte cartucce, per questo l’arma gli è stata sequestrata e anziché con la selvaggina è tornato a casa con una denuncia per detenzione abusiva di armi e munizioni, oltretutto in periodo in cui la caccia è vietata.

È stato denunciato anche un giovane, anche lui residente in Valle Intelvi, che nella stessa zona nel cuore della notte puntava un faro alla ricerca di animali da cacciare, lui però quando è stato individuato e fermato non era armato. Nella sua abitazione però i carabinieri hanno trovato un fucile di fabbricazione transalpina considerato un’arma illegale. Nelle ultime settimane in provincia di Como sono stati sei i bracconieri denunciati e tra le armi sequestrate sono finite anche delle pistole di grosso calibro acquistate in Canton Ticino. Un fenomeno quello della caccia di frodo che è sempre stato radicato nel Comasco ma sul quale oggi pesa l’ombra dell’allarme per la diffusione della peste suina che ha spinto tutte le regioni, Lombardia compresa, a correre ai ripari e aumentare i controlli. Ro.Ca.