PAOLA PIOPPI
Cronaca

San Siro, morta nell’auto precipitata nel lago: barriere stradali irregolari, condannato il geometra comunale

L’incidente del 12 maggio 2021 costato la vita a Marisa Garovo La settantenne sfondò il guardrail e finì in acqua senza scampo

L'auto della donna recuperata dal lago

L'auto della donna recuperata dal lago

San Siro (Como) – Marisa Garovo, settantenne di San Siro, era morta il 12 maggio 2021, a causa di un incidente avvenuto all’altezza di Acquaseria, dove la sua auto aveva sfondato il guardrail ed era precipitata nel lago.

La ricostruzione di quella tragedia, basata su relazioni tecniche disposte dal sostituto procuratore di Como Antonia Pavan, è sfociata ora nella condanna di Fabrizio Mazza, 57 anni di San Siro, geometra dell’Ufficio Tecnico di San Siro, coinvolto in qualità di responsabile unico del procedimento, direttore dei lavori e progettista. Il giudice monocratico di Como Daniela Failoni, ha invece assolto il coimputato, Alberto Aggio, 43 anni di Dongo, tecnico incaricato dal Comune di San Siro.

La sentenza, letta nei giorni scorsi, ha ritenuto Mazza responsabile di omicidio colposo derivante da una inosservanza del regolamento relativo alla progettazione e omologazione delle barriere stradali, ritenute inadatte a garantire la sicurezza in quel tratto, condannandolo a un anno e sei mesi di reclusione, con pena sospesa. Il giudice ha inoltre disposto un risarcimento provvisionale di 50mila euro a favore di ognuno dei familiari costituiti parte civile, in attesa della quantificazione da stabilire in sede civile, chiamando in solido il responsabile civile, il Comune di San Siro.

Quel giorno la donna era andata alla discarica, guidando la Fiat Panda del figlio: dopo la sosta alla piazzola ecologica, si era diretta nuovamente verso la Regina, dove il veicolo aveva sfondato il guard rail, finendo su un tratto scosceso di una cinquantina di metri, che si apre direttamente sul lago. Secondo quanto emerso dalla consulenza della Procura, si sarebbe verificata una inosservanza del regolamento relativo alla progettazione e omologazione delle barriere stradali, ritenute inadatte a garantire la sicurezza in quel tratto. Dopo la frana del 2012, era infatti stato rifatto il muro di contenimento. Ma il parapetto in ferro, vincolato alla strada con una squadra e una vite a brugola, sarebbe risultato privo delle caratteristiche di sicurezza.