EMILIO
Cronaca

Senza brellìn impossibile lavare i panni

Magni Ora non ci sono più massaie che vanno al lavatoio a lavare e risciacquare i panni. Ma fino a qualche...

Magni Ora non ci sono più massaie che vanno al lavatoio a lavare e risciacquare i panni. Ma fino a qualche...

Magni Ora non ci sono più massaie che vanno al lavatoio a lavare e risciacquare i panni. Ma fino a qualche...

Magni

Ora non ci sono più massaie che vanno al lavatoio a lavare e risciacquare i panni. Ma fino a qualche decennio fa vivevano ancora alcune di queste residue amiche dell’acqua corrente degli antichi lavatoi. A Erba si tramanda una storiella dove alcune di queste lavandaie hanno sollevato una polemica contro il Comune che ha recuperato un’antica fontana pubblica. "Hanno sbagliato non ha previsto il "brellìn" e facciamo una fatica terribile a inchinarci sull’acqua per sciacquare i panni", questa lamentazione fu di una lavandaia e faceva parte di una piccola storia di paese. Il comune di Erba, con un’operazione comunque lodevole decise di fare un restauro conservativo di alcuni antichi lavatoi: più per una testimonianza del passato che per una necessità. In un primo momento l’iniziativa fu apprezzata da alcune donne del rione Rovere di Erba le quali amavano ancora, nonostante le lavatrici, andare a lavare i panni alla fontana in piazza. Il lavatoio della Rovere fu restaurato con molta cura, ma i tecnici non presero in considerazione i vecchi inginocchiatoi di legno che in dialetto si chiamavano "brellìn" e pensarono di posare delle pietre cementate dove appoggiare le ginocchia, praticamente un pavimento di ciottoli sui quali era evidentemente impossibile per le donne inginocchiarsi. Se avessero tenuto conto della pratica sapienza popolare dei vecchi certamente non avrebbero sbagliato. "Brellìn" è il diminutivo di "brella" che in dialetto milanese dell’Ottocento era la "predella", termine che era usato anche per indicare l’inginocchiatoio che si trovano in tutte le chiese, anche se un po’ impropriamente. Sulla predella infatti si appoggia soprattutto il piede. Comunque mi ricordo il mio parroco che chiamava "brella" l’inginocchiatoio. "El Brellìn" è anche il nome di un ristorante sul Naviglio Grande a Milano: nome per ricordare le lavandaie. C’è ancora il "Vicolo delle lavandaie", mentre a Pavia è stato loro dedicato un monumento sulla riva del Ticino vicino al ponte di legno.

mail: emiliomagni@yahoo.it