PAOLA PIOPPI
Cronaca

Cabiate, bimba violentata e uccisa in casa: l'ex della madre ora rischia l'ergastolo

Nuova ordinanza in carcere per Gabriel Robert Marincat: le accuse si fanno più gravi

Il 25enne romeno Gabriel Robert Marincat

Cabiate (Como) - Per la seconda volta nell’arco di poche settimane, Gabriel Robert Marincat, il venticinquenne romeno in carcere da fine gennaio per la morte della piccola Sharon Barni, è stato interrogato. Questa volta dal Gip di Como Andrea Giudici, che ha emesso a suo carico una seconda ordinanza di custodia cautelare, con ipotesi di reato fortemente inasprite. 

Se il 23 gennaio era finito in carcere con l’ipotesi di morte come conseguenza di maltrattamenti, e di violenza sessuale, ora è formalmente indagato per omicidio volontario aggravato e violenza sessuale. Uno scenario che le indagini, condotte dai carabinieri della Tenenza di Mariano Comense, e dalla Polizia Giudiziaria del magistrato titolare delle indagini, Antonia Pavan, hanno ricostruito man mano che arrivavano gli esiti di un’autopsia che si è rivelata lunga e complessa fin dai primi istanti, quando è emerso che la piccola, morta la sera dell’11 gennaio a causa di una serie di percosse, aveva subito anche un abuso sessuale. Rendendo così sempre più insostenibile la ricostruzione fatta da Marincat, che quel pomeriggio era da solo in casa con lei: quella di un incidente domestico, causato dalla caduta di una stufetta elettrica che aveva colpito in testa la bimba. Dopo quattro mesi di custodia cautelare, interrogato dal magistrato il 18 maggio, Marincat aveva confessato: ammettendo di aver colpito più volte la piccola, per almeno un’ora, così come di averne abusato sessualmente. 

Senza giustificare la sua condotta: "Ero nervoso" si era limitato a dire, e aggiungendo di aver avuto, a sua volta, un’infanzia caratterizzata da violenza. Aveva mostrato le cicatrici delle ferite che gli ha lasciato suo padre. Racconti e ammissioni caratterizzati da un grande distacco emotivo, lo stesso che ha mantenuto anche durante quest’ultimo interrogatorio, dopo essersi trovato tra le mani una nuova ordinanza di custodia cautelare che, se queste accuse saranno confermate a processo, rischiano di farlo andare incontro a un ergastolo.