Non bastava la fine dello smartworking per la mancata intesa tra Italia e Svizzera, adesso sui frontalieri, che da un paio d’anni lavorano da casa, rischia di abbattersi anche la mannaia dell’Agenzia delle Entrate, pronta a una serie di controlli a tappeto su chi, dopo il 1° febbraio, continuerà a svolgere il proprio impiego da remoto. A lanciare l’allarme è l’Ocst, il sindacato dei frontalieri del Canton Ticino con oltre 40mila iscritti, che ha interpellato direttamente il Fisco italiano.
"Rispondendo a una nostra domanda l’Agenzia delle Entrate ha risposto che dal 1° febbraio se un frontaliere residente nei Comuni di confine farà anche un solo giorno di telelavoro tutto il suo reddito diventerà tassabile in Italia – spiega il sindaco che ha diramato una nota ai propri iscritti -. L’interpretazione fornita dall’Agenzia delle Entrate si basa sul principio della violazione del “rientro giornaliero“. Questo elemento è infatti da sempre una condizione necessaria per poter beneficiare della tassazione esclusiva del reddito da lavoro in Svizzera in base a quanto previsto dall’Accordo sulla tassazione dei frontalieri del 1974". La regola c’è sempre stata, ma adesso l’Agenzia ha deciso di interpretarla alla lettera.
"Un formalismo che distrugge anni di buonsenso – proseguono le parti sociali -. Secondo l’Erario con il telelavoro il frontaliere interrompe questo meccanismo. Secondo loro per poter pagare le tasse solo in Svizzera è necessario che il frontaliere non lavori nemmeno un intero giorno dal proprio domicilio. Si tratta di un’interpretazione che ha molti passaggi contestabili". L’unica eccezione contemplata sono i giorni parzialmente lavorati da casa, cioè quelle giornate in cui il frontaliere valicherà comunque il confine e si recherà in Svizzera, seppur per una parte ridotta del tempo di lavoro. Da qui la richiesta dell’Ocst al Governo italiano di attivarsi per concedere una proroga in grado di consentire ai frontalieri e alle aziende del Canton Ticino di continuare ad avvalersi dello smartworking, in attesa di raggiungere un nuovo accordo fiscale.