REDAZIONE COMO

Società Politeama, l’addio. Il teatro ora è tutto comunale. Nei prossimi mesi via all’asta

Como, per il restauro dello storico immobile servirebbero cinquanta milioni di euro. Si parte da un’offerta minima di 3,8 milioni. Pesano i vincoli della Sovrintedenza.

Il teatro ha fatto la storia della città

Il teatro ha fatto la storia della città

Con due versamenti da 600mila euro e da poco più di 26mila euro nelle casse del Comune di Como a titolo di compenso per l’alienazione della propria quota di partecipazione si è di fatto conclusa l’avventura della Società Politeama, fondata oltre un secolo fa, correva l’anno 1908, per fondare e poi gestire quello che per tutto il ’900 è stato il cineteatro più grande della città. Inaugurato il 14 settembre del 1910 con La Bohème di Giacomo Puccini il Politeama con i suoi 1.300 posti a sedere per oltre un secolo è stato prima il teatro e poi il cinema più grande della città, in grado di ospitare al suo interno anche gli spettacoli del circo durante l’inverno e i concerti di Adriano Celentano e Ornella Vanoni che negi anni ’60 registrarono il tutto esaurito. Sul suo palcoscenico si sono esibita anche la compagnia diretta da Luigi Pirandello con i “Sei personaggi in cerca d’autore“ e l’orchestra di Duke Ellington. Una storia di grandi successi mandata in fumo dalla tv e la diffusione dei multisala che nel 2005 decretarono la fine della sala, definitivamente chiusa, e della società messa in stato di liquidazione che ha resistito per i successivi vent’anni.

Due anni fa il Comune di Como, che già deteneva la maggioranza delle quote, ha deciso di acquistare le residue diventando di fatto proprietario unico della struttura e creando l’illusione che finalmente l’immenso edificio, uno dei primi in Italia a essere realizzato in cemento armato, sarebbe potuto essere risistemato. Alla fine i sogni hanno lasciato lo spazio alla realtà e soprattutto ai conti: secondo le stime dei periti per salvare la struttura e riaprirla servirebbe un investimento compreso tra i 30 e i 50 milioni. Ma il restauro di un teatro comporta confronti con la Sovrintendenza. L’ultima parola spetterà al futuro acquirente, da scegliere attraverso un’asta, le offerte dovrebbero partire da 3,8 milioni.

Roberto Canali