PAOLA PIOPPI
Cronaca

Soldi falsi “fatti in casa“. Madre e figlia nei guai. Li spendevano in paese

Tremezzina, denunciate una sessantatreenne e una trentasettenne disoccupata. Le due utilizzavano una stampante. Euro tarocchi anche alla festa di primavera .

I carabinieri di Tremezzina non hanno impiegato molto tempo a scoprire le due donne falsarie

I carabinieri di Tremezzina non hanno impiegato molto tempo a scoprire le due donne falsarie

Fabbricare soldi in casa è forse il sogno di tutti, non fosse che l’idea di falsificare banconote, solitamente si lega a zecche clandestine, sofisticate matrici, inchiostri speciali e altre attrezzature che non sono certo alla portata di tutti. Ma qualche settimane fa due donne, madre e figlia di Tremezzina in cerca di idee facili per arrotondare i redditi, hanno decisamente snellito la filiera, realizzando banconote per migliaia di euro con una semplice stampante casalinga di buona qualità.

Così, tra fine marzo e inizio aprile, hanno speso biglietti da 50 e 20 euro in diverse occasioni, senza allontanarsi dalla stessa zona in cui vivono: alla Festa di primavera del 23 marzo e in altre occasioni successive. Così ai carabinieri erano iniziate ad arrivare le denunce, tutte identiche, che hanno fatto partire le indagini. Nel giro di pochi giorni, i militari della stazione di Tremezzina hanno individuato, perquisito e denunciato le due donne ritenute responsabili di quella produzione e spendita di monete false: la madre, pensionata di 63 anni, e la figlia, disoccupata di 37 anni, una vedova e l’altra nubile.

Nella loro abitazione, è stato trovato tutto l’occorrente per produrre soldi facilmente e in breve tempo: una stampante ben funzionante, cartucce di inchiostro, telefoni e tablet probabilmente utilizzati per cercare on line le immagini più adatta a essere riprodotte, e carta in formato A4. Ma soprattutto banconote di fresca produzione per un controvalore di circa cinquemila euro da 5, 10, 20, 50 e 100. Molte delle quali ancora da ritagliare. In pratica, una piccola filiera casalinga, che in pochi minuti trasformava anonimi pezzi di carta, in una fonte di arricchimento.

Un lavoro all’apparenza ben fatto, di cui le due donne erano soddisfatte al punto da cominciare a fare acquisti in diversi negozi dello stesso paese in cui vivono, per testarne la qualità. Buona ma non perfetta, perché qualcuno, dopo aver incassato i soldi, si è reso conto che quelle banconote nuove avevano qualcosa di strano, e le aveva consegnate ai carabinieri. Il confronto con quelle trovate nell’abitazione di madre e figlia, ha definitivamente tolto ogni sospetto sulla loro responsabilità in quell’improvvisa comparsa di banconote false in giro per il paese.