
Palazzo di giustizia a Como
Capiago Intimiano (Como) – Il colpo di fucile esploso accidentalmente aveva raggiunto all’addome l’amico, di notte in mezzo ai boschi, ferendolo gravemente. Per quell’episodio, avvenuto a Capiago Intimiano lo scorso 13 ottobre, il sostituto procuratore di Como Giulia Ometto ha ora concluso le indagini, notificando l’avviso a due indagati. Alessandro Sofia, 19 anni, che aveva esploso il colpo, è accusato di lesioni colpose gravissime, e il padre, Vincenzo Sofia, 64 anni, ex presidente provinciale di Alleanza Nazionale, dovrà invece rispondere di omessa custodia dell’arma. Difesi dagli avvocati Anna Viganò e Fabrizio Diana, dovranno ora valutare come procedere.
Quella notte a tarda ora, il ragazzo aveva preso di nascosto il fucile Beretta che il padre deteneva regolarmente, nella loro abitazione di Capiago Intimiano, con una cartuccia calibro 12. Assieme all’amico Achille Monti, coetaneo di Como, erano andati in una zona boschiva poco distante da casa, con l’intenzione di provare l’arma. Ma nel maneggiarla, è partito il colpo, che ha ferito Monti. Erano le 2.30 di notte: pochi attimi dopo i ragazzi erano stati raggiunti da Sofia padre, che si era accorto dell’accaduto ed era uscito a cercarli. Aveva subito soccorso il ragazzo e portato all’ospedale di Cantù. Da qui, Monti era stato trasferito al Sant’Anna e operato, andando incontro all’asportazione della milza. Era stato quindi ricoverato, inizialmente con prognosi riservata, ma fin da subito non in pericolo di vita. Nel frattempo i carabinieri erano intervenuti sequestrando arma e cartuccia.
Avevano fin da subito denunciato a piede libero Alessandro Sofia per lesioni personali colpose e porto abusivo di arma, e il padre per omessa custodia del fucile, oltre a sequestrare altri quattro fucili, anche questi regolarmente detenuti. La Procura aveva comunque disposto una serie di accertamenti e verifiche, per ricostruire dettagliatamente l’accaduto, oltre a dover attendere la conclusione della malattia del giovane ferito, da cui dipendeva la contestazione relativa alla gravità del danno causato.