
Simone Moretti è uno dei promotori della raccolta firme
Como – La lettera appello firmata dai 111 archistar, designer, critici d’arte e intellettuali per chiedere di rispettare le architetture razionaliste del lungolago e costruire un nuovo stadio altrove ha riacceso il dibattito sul Sinigaglia anche in città.
Se il sindaco Alessandro Rapinese ha preferito tirare dritto, liquidando l’invito a un confronto pubblico sul tema, il collega di Olgiate Comasco, Simone Moretti, in veste di tifoso del Como, ha deciso di organizzare una raccolta firme che ieri, nell’arco di poche ore, ha superato sui social oltre un migliaio di adesioni. L’obiettivo è arrivate entro domenica 13 aprile, quando sul lago arriverà il Torino, a 10.759 “sì“ ovvero il numero che fotografa l’attuale capienza del Sinigaglia, tifosi ospiti compresi.
“Dopo 37 anni di onorato servizio come semplice tifoso – spiega il sindaco di Olgiate che a livello politico fa riferimento al Pd – lancio questa petizione da un cuore pieno di amore per il Como 1907 e per lo stadio Giuseppe Sinigaglia. Non importa il mio ruolo pubblico, non importa il titolo di studio, ma la richiesta è chiara: diciamo sì al Sinigaglia. Desidero stimolare la partecipazione dei tanti tifosi giovani e meno giovani che, come me, da anni o sull’onda della fantastica cavalcata della promozione/ritorno in Serie A dopo 21 anni, seguono con passione il Como 1907 sugli spalti dello stadio Sinigaglia. Questo stadio è il luogo storico della nostra squadra dal 1927 e merita il nostro appoggio incondizionato”.
Invita alla ponderazione l’architetto Ado Franchini, esponente del movimento Civitas Como. “La scelta di trasformare lo ‘stadio più bello del mondo’ in una nuova attrazione turistico-sportiva-commerciale di grandi dimensioni volumetriche, in cambio di una sistemata pedonale e parziale di via Puecher e di un po’ di arredo urbano qua e là, non è uno scambio equilibrato e conveniente per la città e per l’interesse collettivo – spiega –. Mentre, per chi ancora non lo avesse capito, è molto conveniente per chi investirà su questa area urbana di pregio. Perché è di questo che si tratta, non solo dell’ampliamento dello stadio; e se un giorno i proprietari della squadra dovessero ridurre il loro interesse per il Calcio Como, cosa assolutamente possibile, il complesso immobiliare proposto resterebbe loro per quasi un secolo, con un alto rendimento economico privato, lasciando alla città solo la presenza dei volumi costruiti sullo stadio stesso”.
In particolare la dimensione volumetrica eccessiva stravolge il progetto della Cittadella dello Sport realizzato negli anni ‘30, la previsione di funzioni diverse da quelle sportive come hotel 5 stelle e spazi commerciali che poco hanno a che vedere con le funzioni complementari ammesse dalla legge ‘Salva-stadi’ e la mancanza di parcheggi in zona.