
Il render mostra come dovrà essere il ’nuovo’ stadio Sinigaglia: tribune più alte, ma anche diversi servizi nell’area dei Giardini a Lago. Per i critici un eccesso
Como – Nonostante il tentativo del sindaco Rapinese di buttare la palla in tribuna, la lettera firmata da 111 tra architetti, intellettuali e docenti di tutto il mondo per chiedere di fermare il progetto del nuovo stadio Sinigaglia un effetto l’ha già ottenuto: accendere i riflettori dell’opinione pubblica su un intervento che finora aveva raccolto quasi solo consensi, in una città che quasi con lo stesso entusiasmo diciassette anni fa accolse il progetto delle paratie. “Quello che si può fare è un intervento più contenuto, se invece si pensa di costruire un hotel e un centro commerciale sul lago perché quella è l’unica posizione oggi disponibile pensiamo sia meglio realizzare una struttura ex novo in una posizione diversa - spiega l’architetto Francesco Degli Esposti, promotore dell’iniziativa - Se da tutto il mondo in appena due giorni tante persone hanno deciso di aderire alla nostra iniziativa significa che questo argomento meriterebbe ben altra discussione”.
Per il sindaco Alessandro Rapinese il confronto è invece già arrivato al capolinea. “La città lo vuole e andiamo avanti. Se considero la loro richiesta? No grazie, chiuso qua. Chi governa Como vuole lì lo stadio. Non sono stato eletto per giocare a flipper o a ping pong, ho comunicato a tutti gli elettori quello che avrei fatto e lo sto facendo”.
Per i 111 firmatari tra i quali spiccano archistar, designer, vincitori di alcuni tra i premi più importanti dell’architettura internazionale come il Compasso d’oro, professori, critici e intellettuali il nuovo stadio non può stravolgere la bellezza di un luogo unico al mondo. “L’area della città di Como intorno ai Giardini a Lago è un museo a cielo aperto di architetture moderne - conclude Degli Esposti - di fronte c’è il Monumento ai Caduti di Giuseppe Terragni realizzato su schizzo di Antonio Sant’Elia. Abbiamo raccolto adesioni non solo dall’Italia ma anche da Argentina, Australia, Belgio, Colombia, Germania, Malta, Regno Unito, Spagna, Ungheria e Usa”.
Tra i firmatari anche il filosofo e scrittore Stefano Zecchi, per anni professore ordinario di Estetica alla Statale di Milano. “Capisco che il calcio è un business di alto livello e il ruolo dei nuovi stadi - spiega - ma occorre ricordare che le nostre sono città storiche, dotate di una loro identità, luoghi di relazioni e incontri con una dimensione politica e sociale che va preservata. L’intelligenza amministrativa deve riflettere anche su queste cose, va bene l’investimento ma occorre pensare al valore sociale della città. Como e il suo lago sono un gioiello proprio per i manufatti architettonici, uno stadio moderno può essere costruito tranquillamente in un’area meno delicata”.
Riflessioni che meritano un confronto aperto a tutta la città secondo il segretario del Pd di Como, Daniele Valsecchi. “Abbiamo gli occhi del mondo puntati addosso e questo non può essere che registrato con positività - sottolinea -. Questo stadio comunque necessita di una riqualificazione che può essere per i cittadini. A beneficio di tutti, dei turisti e di chi ci vive, serve un equilibrio virtuoso. Il pubblico dovrebbe mettere i paletti e garantire il giusto equilibrio, ma le decisioni devono essere prese attraverso il confronto”.