Dopo la procura generale, si muove anche la difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi. È di qualche giorno fa, precisamente di mercoledì 12 aprile, la notizia che il sostituto pg di Milano Cuno Tarfusser ha depositato al procuratore generale Francesca Nanni e all'avvocato generale Lucilla Tontodonati la relazione con la richiesta di riaprire il caso sulla strage di Erba.
Una mossa che verrà replicata a breve dal pool di legali che assiste i due coniugi condannati all’ergastolo per la mattanza del dicembre 2006 in cui morirono quattro persone, fra le quali un bimbo di 2 anni.
L’istanza
Fabio Schembri, uno dei componenti della squadra di avvocati, ha annunciato la presentazione dell’istanza di revisione del processo a Brescia, “fra pochissimo tempo, indicativamente cinque o sei giorni”. L’iniziativa, ovviamente, è cosa diversa rispetto a quanto fatto dalla procura generale. “Sono soddisfatto e contento che anche la magistratura si possa interessare del caso – seguita Schembri – A questo punto ce lo aspettavamo e lo auspicavamo”, anche se “è molto difficile che ci sia una iniziativa del genere della Procura generale. È accaduto pochissime volte”.
"Noi da qui a breve presenteremo la nostra richiesta, al di là di quella della magistratura. Faremo la nostra istanza, e se la Procura generale ne presenterà un'altra, ben venga”.
Nuove carte da giocare
L’arma migliore nelle mani della difesa di Olindo e Rosa, a quanto pare, è un nuovo testimone, che offrirebbe una pista alternativa sui colpevoli del massacro in cui persero la vita Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouz di 2 anni, la nonna del piccolo Paola Galli e una vicina di casa Valeria Cherubini, accorsa nell'appartamento di via Diaz la sera dell'11 dicembre 2006.
Si salvò, solo per caso, il marito Mario Frigerio, morto nel settembre del 2014, testimone oculare del quadruplice omicidio.
La pista da valutare
L’esistenza di un nuovo testimone – un tunisino finito in un’inchiesta della Guardia di finanza e legato in affari con il fratello di Azouz Marzouk, allora compagno di Raffaella Castagna e padre del piccolo Youssef – fu annunciata già qualche mese da dall’avvocato Schembri, nel corso di un’intervista televisiva.
La nuova versione è venuta alla luce in seguito alle indagini difensive, maturate dopo la sentenza della Corte di Cassazione del maggio 2011, in cui veniva definitivamente confermato il carcere a vita per Olindo e Rosa, anche sulla scorta del riconoscimento di quello che è sempre stato considerato il testimone chiave – anche perché oculare – nell’inchiesta, ovvero il sopravvissuto Mario Frigerio, morto nel 2014.
La pista alternativa indicata dal nuovo testimone porta all’ipotesi di un regolamento di conti tra bande rivali, legato al mercato dello spaccio, che sarebbe sfociato nell'agguato all'interno dell'appartamento di via Diaz in cui, secondo il suo racconto, venivano nascosti droga e soldi.