Milano – «Quello che posso dire è che qui c’è tanta roba. Sufficiente perché la revisione venga accolta e si faccia un nuovo giudizio". È la prima opinione di Raffaele della Valle sul processo di revisione in corso alla Corte d’appello di Brescia per la strage di Erba. Come avvocato penalista è stato difensore, tra gli altri, di Enzo Tortora, della modella americana Terry Broome, del militare italo ucraino Vitalij Markiv, accusato dell’uccisione del fotoreporter Andrea Rocchelli, del dissidente sovietico Andrej Mironov.
"Il concetto di processo di revisione è quello di un mezzo di impugnazione straordinario, una specie di quarto grado, introdotto per tutelare il cittadino dall’errore giudiziario. Viene privilegiata l’esigenza di giustizia rispetto a quella della certezza del giudicato. La colpevolezza dell’imputato deve essere affermata al di là di ogni ragionevole dubbio. Certo occorrono i presupposti per le nuove prove".
Nuove prove. I tempi sono cambiati. Soffia un’aria diversa, c’è un’altra sensibilità fra i magistrati di Appello e Cassazione e non solo. Anche se nell’odissea processuale legata all’eccidio di Erba la contrapposizione tra accusa e difesa è stata sempre frontale. E lo è anche oggi.
"È innegabile – dice della Valle – che ci sia parecchio materiale. Non è una istanza di revisione buttata là. C’è la professionalità dei difensori. Mi ha colpito che la prima richiesta di un nuovo processo sia partita da Cuno Tarfusser, sostituto pg a Milano, per dieci anni all’Aja, procuratore a Bolzano, uno che sa vedere le cose alla luce e in controluce. La solidità dell’istanza di revisione scaturisce dalle analisi tecnico scientifiche, dall’impiego di moderne tecnologie, sconosciute all’epoca della strage, da materiale giudiziario mai acquisito e mai valutato ".
I difensori vogliono dimostrare che alcuni dei capisaldi della condanna all’ergastolo di Olindo Romano e della moglie Rosa Bazzi sono in realtà prove della loro innocenza: il riconoscimento di Romano da parte di Mario Frigerio, la macchia del sangue di Valeria Cherubini sulla sua auto, una ricostruzione radicalmente diversa dell’uccisione della Cherubini che smentirebbe le dichiarazioni accusatorie dei coniugi.
«Se il professor Sartori e un pool di professori universitari dichiarano che Frigerio, per quello che aveva subito, quando riconobbe Olindo Romano era sofferente di una forte amnesia, la cosidetta “amnesia anterograda“, questo è un elemento su cui riflettere. La difesa ha prospettato elementi seri. Questi elementi, in teoria, potrebbero annullare la forza probatoria dell’accusa. Riflettere, valutare, accertare, che non significa assolvere".
Le confessioni dei due Romano. Secondo la difesa lui confessa per salvare la moglie e lei fa altrettanto per salvare il marito. Tesi credibile? La sensibilità comune fatica a comprendere come ci si possa accusare di un reato mai commesso. E qui si parla del massacro di quattro persone, tre donne e un bambino di due anni. "Psicologi e psichiatri hanno dato una spiegazione dal punto di vista della difesa, parlando di suggestioni, di pressioni su due personalità influenzabili, vulnerabili. Le loro consulenze fanno pensare. Mi pare di cogliere in questa storia un certo odore di caserma. Non entro nel merito delle sentenze di condanna all’ergastolo, anche se continuo a ritenere che questo sia un processo indiziario. Erano due persone obnubilate? Dopo sessant’anni di avvocatura potrei dire che può accadere questo e ben altro".
Ammettere la revisione? "Su queste basi sì – è la conclusione di della Valle –. Revisione che non significa assoluzione. Il nuovo processo potrebbe concludersi con lo stesso esito di quelli che lo hanno preceduto oppure con esito positivo per i due imputati".