Ripartenza con nuovo rinvio dell’udienza preliminare per Marco Toffaloni, uno dei presunti esecutori materiali della strage di piazza della Loggia. Dopo un annullamento del rinvio a giudizio per un vizio di notifica, il procedimento è tornato al gup del tribunale dei minori - stavolta Laura D’Urbino - per un’udienza bis. La difesa ha sollevato nuovamente un’eccezione, in questo caso un presunto termine scaduto che invaliderebbe gli atti giudiziari dal 2015 in poi.
"L’udienza è stata rinviata al 4 dicembre per un’eccezione relativa all’inutilizzabilità degli atti successivi al giugno 2015 per un meccanismo sulla richiesta di proroga dei termini per il completamento indagine, ritenuto tardivo in quanto scaduto – ha chiarito l’avvocato Federico Sinicato, tra le parti civili –. Il pm si è riservato di rispondere".
Toffaloni, 65enne cittadino elvetico che vive in Svizzera con il nome di Franco Maria Muller, nel 1974 era uno studente veronese di 16 anni, che frequentava gli ambienti dell’estremismo nero. Per gli amici Tomaten, perché arrossiva spesso. All’ex ordinovista pentito Giampaolo Stimamiglio, che nell’aprile 2011 ne parlò con i magistrati di Brescia, alludendo alla strage avrebbe confidato orgoglioso: "Anche a Brescia gh’ero mi, son sta mi". Stando al pm Caty Bressanelli e all’aggiunto Silvio Bonfigli il giovane con l’amico Roberto Zorzi - fresco di rinvio a giudizio - la mattina del 28 maggio 1974 piazzò candelotti nel cestino dei rifiuti all’ombra della Loggia durante la manifestazione sindacale. Studente al liceo Fracastoro di Verona (i registri di segreteria lo segnano in classe, ma la procura avrebbe riscontrato incongruenze) Toffaloni sarebbe incastrato da una foto scattata in piazza.
B.Ras.