Como, 24 ottobre 2023 – L’instabilità internazionale ha spinto al successo la destra in Svizzera, anche se più che l’inflazione a fare la differenza in termini di voti nelle urne è stata l’intransigenza, almeno a parole, contro l’immigrazione arrivata a livelli intollerabili secondo gli esponenti dell’UDC, vincitori delle elezioni con ben 9 parlamentari in più.
Quasi un terzo degli elettori elvetici si è riconosciuta nelle posizioni dell’Unione Democratica di Centro, che ha conquistato 62 seggi sui 200 disponibili, strappati in buona parte ai Verdi. Segno che la transizione energetica anche al di là del confine non convince tutti, ma soprattutto che gli svizzeri sono stanchi di una politica giudicata troppo accogliente nei confronti degli stranieri, nonostante un tasso di disoccupazione pari a 1,9% e un Pil che nel 2023 crescerà dello 0,6%. Parametri da primi della classe che però non hanno fatto breccia nella pancia dell’elettorato che si è dimostrato più sensibile all’allarme colonizzazione lanciato dall’UDC, un’evoluzione della campagna "Bala i ratt" divenuta famosa alcuni anni fa perché prendeva di mira i frontalieri Italiani ritratti sui manifesti sotto forma di ratti famelici che venivano a rubare il lavoro, e il benessere, agli svizzeri. Adesso al centro del mirino ci sono soprattutto gli stranieri, la cui presenza si vorrebbe limitare per legge modificando la Costituzione in maniera tale da non superare i 10 milioni di abitanti fino al 2050
. "Oggi siamo vicini ai 9 milioni. Cresciamo in popolazione 16 volte più di quello che cresce la Germania - la posizione del presidente nazionale dell’UDC, Marco Chiesa - Questi flussi vanno calmierati". Oggi un quarto della popolazione svizzera, che conta in tutto 9 milioni di abitanti, è nata all’estero e solo nell’ultimo anno l’immigrazione è cresciuta del 26%. Eppure la manodopera continua a essere insufficiente il 40% delle aziende dichiarano di avere carenza di personale, tanto da dover ricorrere a 380mila frontalieri, oltre 79mila solo in Canton Ticino. Senza immigrazione la popolazione in età da lavoro calerebbe del 13% entro i prossimi vent’anni, mandando in crisi anche il sistema pensionistico. L’UDC però vuole chiudere il rubinetto e con il consenso degli elettori potrebbe anche riuscirsi. Per i frontalieri si annunciano tempi duri, una stretta dei permessi è annunciata anche per loro.