DARIO CRIPPA
Cronaca

Tanto rumore per nulla. Annullata la multa all’apicoltore pacifista: "Ho espresso le mie idee"

Caslino d’Erba, Marco Borella non pagherà 430 euro per lo striscione Pro Gaza. I carabinieri hanno deciso di cancellare la sanzione inflitta al mercato di Desio.

Tanto rumore per nulla. Annullata la multa  all’apicoltore pacifista: "Ho espresso le mie idee"

Caslino d’Erba, Marco Borella non pagherà 430 euro per lo striscione Pro Gaza. I carabinieri hanno deciso di cancellare la sanzione inflitta al mercato di Desio.

Alla fine la multa da 430 euro è stata annullata. Una decisione presa in autotutela dal Comando provinciale dei carabinieri sull’onda mediatica e politica che si era scatenata dopo la decisione lunedì di sanzionare un apicoltore che al mercato di Desio aveva esposto lo striscione con la scritta “Stop bombing Gaza, Stop Genocide”.

"Ora vorrei che si parlasse solo del messaggio che volevo dare: che questo è un massacro inaccettabile… Alla fine sono contento che abbiano annullato la multa, è una buona notizia, spero che faccia da sprone perché tanti altri come me si mobilitino per dire no a questo massacro".

Marco Borella, 42 anni, fatica a trovare un momento in cui parlare. Da quando la sua storia è finita su tutti i giornali è letteralmente subissato di telefonate.

Apicoltore per hobby, da un paio di mesi espone alla sua bancarella quello striscione. Tutto tranquillo, fino a quando lunedì a Desio, i carabinieri non gli hanno chiesto di toglierlo perché costituiva "propaganda politica non autorizzata", e al suo diniego, gli hanno dato una multa da 430 euro. Il caso è arrivato anche in Parlamento, dove sono state presentate due interrogazioni dal senatore Tino Magni e dal deputato Nicola Fratoianni di Avs. Marco Borella in realtà è un educatore, lavora nelle scuole spesso con ragazzi disagiati, l’attività da apicoltore nella sua Caslino D’Erba, in provincia di Como, è soprattutto un hobby,

"Il caso si è trasformato in un’onda, non me lo aspettavo".

Racconti.

"Faccio quattro mercati al mese, due a Desio sud e due a Cesano Maderno, a settimane alternate. Lunedì sono arrivati due carabinieri che mi hanno detto di togliere lo striscione citandomi l’articolo 23 comma 4 bis del Codice della Strada. Ma quell’articolo ‘vieta sulle strade e sui veicoli qualsiasi forma di pubblicità il cui contenuto proponga messaggi sessisti o violenti o stereotipi di genere offensivi o messaggi lesivi del rispetto delle libertà individuali, dei diritti civili e politici...’. Non poteva essere il mio caso, il mio era un messaggio di pace e mi sono rifiutato di togliere lo striscione".

E a quel punto?

"Dopo mezz’ora è arrivato un ufficiale, molto gentile, che mi ha detto che avrebbero dovuto farmi un verbale: solo che stavolta si citava un altro comma, quello che riguarda chi con i suoi manifesti arreca disturbo alla circolazione stradale distraendo gli automobilisti…. Assurdo: il mercato è interdetto al traffico e il mio banchetto, lungo un metro, volge le spalle alla strada".

E quindi?

"Ho tolto lo striscione solo a fine giornata. Mi sono rivolto a un avvocato per fare ricorso: anche perché senza risposte certe non avrei certo potuto permettermi di rischiare altre multe, volevo capire se il mio striscione potesse costituire un reato".

Pentito?

"Per nulla. Sono una persona tranquilla, ma davanti alle ingiustizie non potevo tacere. Era in gioco la libertà di espressione".

Ha ricevuto molta solidarietà, soprattutto a sinistra.

"Ma non ho tessere di partito e la questione di quello che sta vergognosamente accadendo a Gaza dovrebbe andare al di là di ogni appartenenze politica".

Pensa qualcuno avesse chiamato per lamentarsi?

"Di sicuro, anche se mi amareggia. In questi mesi in tanti si sono fermati a discutere con me, ma sempre in maniera civile e rispettosa".