Anche a Como, come nella maggior parte delle città turistiche italiane, riuscire a trovare un taxi quando serve è un problema. Il sindaco Alessandro Rapinese si era impegnato a risolverlo, già l’anno scorso in piena campagna elettorale promettendo di aumentare se necessario il numero di licenze, poi strada facendo ha ripiegato su un nuovo regolamento per l’impiego delle auto bianche che però è stato bocciato dall’Autorità di Regolazione dei Trasporti.
"L’autorità l’ha sonoramente bocciato - spiega Stefano Legnani, consigliere del Partito Democratico - sottolineando numerose carenze ed errori, tra i quali la mancanza di analisi sull’effettiva domanda del servizio necessaria per determinare il fabbisogno delle licenze, compresa un quota da destinare alla domanda di servizio taxi da parte delle persone a mobilità ridotta. Inoltre non si fa cenno alla possibilità del taxi sharing, una modalità di trasporto che favorirebbe il decongestionamento del traffico, e di aggregazione con i Comuni vicini per individuare un bacino sovracomunale per il servizio, opportunità molto utile soprattutto nella stagione turistica". Nel piano a cui aveva lavorato l’estate scorsa la Giunta e che doveva essere portato all’approvazione del Consiglio comunale manca anche una predeterminazione di tariffe per percorsi prestabiliti, un problema denunciato via social da alcuni turisti stranieri che si lamentavano per il costo salatissimo della corsa dalla stazione all’albergo.
"Non sono previsti criteri oggettivi per l’aggiornamento delle tariffe e della predeterminazione di tariffe per percorsi prestabiliti, nonché dell’obbligo di accettazione del pagamento con carte di credito o altre forme alternative all’uso del contante. Non è previsto un sistema di monitoraggio della domanda e dell’offerta, oltre che della possibilità di avvalersi per la chiamata dei taxi dei vantaggi offerti dalla digitalizzazione e da altre tecnologie innovative, come ad esempio App. Infine, è stata evidenziata la mancata previsione di standard di qualità misurabili dagli utenti, così come quella che nel concorso per l’assegnazione delle nuove licenze sia introdotto l’obbligo di conoscenza della lingua inglese e dei luoghi di maggiore interesse turistico, nonché dell’utilizzo di veicoli a basso impatto ambientale". Un regolamento che secondo l’opposizione è "nato già vecchio, privo di quegli aspetti innovativi che avrebbero garantito una maggiore qualità del servizio" e che per questo andrà rifatto.