PAOLA PIOPPI
Cronaca

Tentata rapina in discoteca. Arriva una condanna. Si cerca ancora un latitante

Lurago Marinone, tre anni e undici mesi inflitti a quarantenne comasco. Cinque anni dopo il colpo andato male è ancora ignoto il nome del suo complice.

Tentata rapina in discoteca. Arriva una condanna. Si cerca ancora un latitante

Tentata rapina in discoteca. Arriva una condanna. Si cerca ancora un latitante

Per tentare la rapina dell’incasso, a tardissima notte, si erano presentati in due. Ma il colpo era fallito con un parapiglia che aveva causato tre feriti, e solo uno dei due aggressori era stato identificato e finito a processo: Massimo Colombi, 46 anni di Como. Ora condannato a 3 anni e 11 mesi di reclusione, al termine del processo che si è svolto davanti al Tribunale Collegiale di Como. La vittima era il titolare della discoteca K-Klass di Tavernerio, che all’alba del 3 novembre 2018, arrivato sotto casa a Lurago Marinone, era stato aggredito da due uomini che avevano cercato di rapinarlo della cassetta con l’incasso della serata, circa 12mila euro.

Ma l’uomo aveva reagito, e da quel momento per i rapinatori tutto era andato storto: la cassetta con i soldi era stata lanciata all’interno del giardino, i rapinatori avevano esploso in aria un colpo di pistola scacciacani, attirando l’attenzione dei genitori della vittima, che si erano precipitati fuori, generando una colluttazione in cui il cappuccio che copriva il volto di uno dei rapinatori era stato strappato, rendendolo riconoscibile: perché Colombi era un lavoratore occasionale della discoteca, impiegato come addetto alle pulizie. Le indagini dei carabinieri di Appiano Gentile, coordinate dal sostituto procuratore Giuseppe Rose, erano quindi arrivate a imputarlo di tentata rapina e di lesioni aggravate, in concorso con un complice che è rimasto tuttora ignoto. L’uomo ha comunque scelto di andare a dibattimento per difendersi da quelle accuse, che hanno portato il collegio giudicante – Carlo Cecchetti, Francesca Banfi e Daniela Failoni – a condannarlo, al termine di un processo che si era aperto a febbraio, concluso ora dopo poche udienze. Quella notte i due aggressori avevano atteso l’imprenditore vicino a casa, a Lurago Marinone, verso le 6 del mattino, cercando di bloccarlo mentre scendeva dall’auto.

Quando aveva reagito, e loro avevano esploso il colpo a salve in aria, il padre e la madre dell’imprenditore si erano svegliati e precipitati in aiuto del figlio, rimanendo tutti e tre feriti, con contusioni in varie parti del corpo che si erano fatte refertare, da cui sono derivate anche le accuse di lesioni aggravate.