
Le monete ritrovate a Como il 5 settembre del 2018
COMO – Non sempre scoprire un tesoro è una fortuna, di certo non in Italia dove la vera impresa è riuscire poi a mettersi d’accordo con lo Stato. Ne sa qualcosa suo malgrado Saba dell’Oca, amministratore della società Officine Immobiliari di Como che nel 2018 mise a segno una scoperta a dir poco straordinaria: scavando al di sotto dell’ex Teatro Cressoni, in pieno centro città, riportò alla luce un’anfora di pietra ollare con all’interno mille monete d’oro romane, di epoca tardo imperiale.
Storia di una scoperta
Il ritrovamento ebbe una eco in tutto il mondo, Giappone compreso, e l’allora ministro dei Beni Culturali, Alberto Bonisoli, dichiarò che si trattava della “scoperta più importante dell’archeologia dopo Aquileia”. Di sicuro per per Saba dell’Oca quel tesoro si è rivelato una straordinaria fonte di grattacapi: primo su tutti farsi riconoscere quanto dovuto dallo Stato. Per fortuna ad anni di distanza a metterci una pezza è arrivato il Tribunale di Milano con un decreto ingiuntivo nei confronti del ministero della Cultura in cui si intima il pagamento del premio che la legge riconosce a chi rinviene beni di rilevante valore archeologico.
Il decreto ingiuntivo
“Abbiamo vinto una battaglia, ma non la guerra e come ho detto più volte anche ai funzionari della Soprintendenza non ho nessuna intenzione di arrendermi, ho speso un patrimonio tra periti e avvocati ma non mi fermerò finché non riconosceranno fino in fondo i miei diritti”. Il decreto emesso dal Tribunale di Milano obbliga il Ministero della Cultura a pagare immediatamente 295.233 euro, ovvero la quota mai versata del premio che gli stessi esperti del Collegio Romano avevano determinato come equo indennizzo. “Finora ci hanno riconosciuto solo 73mila euro e con questo decreto ingiuntivo si chiede il pagamento del restante 80%. Siamo stati costretti a fare questo passo perché da anni il Ministero rifiuta ogni confronto e non risponde alle nostre istanze”. Adesso si potrebbe essere a una svolta.

“Alla fine scriverò un libro”
“Quando finirà tutta questa storia probabilmente scriverò un libro, ma posso garantire che si tratta di una fatica immane. Sono da solo con una segretaria, per fortuna poi ci sono i miei legali, ma contro di noi c’è la burocrazia dello Stato e uffici che da anni non ci degnano di una risposta. Basti dire che un cittadino ha dieci giorni per pagare in caso di decreto ingiuntivo, lo Stato ha di fatto 120 giorni più altri dieci. Adesso non ci resta che attendere”.
L’equo indennizzo agli Indiana Jones
La vera sfida però sarà riuscire a farsi riconoscere un equo indennizzo, quel 25% sul valore del tesoro a cui fa riferimento la Cassazione. Il premio finora riconosciuto dal Ministero è pari a 453mila euro, il 9,25% su un valore complessivo del tesoro stimato in 4,9 milioni di euro, ma il realtà il valore del tesoro è molto più alto, compreso tra 9 e 11 milioni di euro. “Ho interpellato il più grande esperto di numismatica romana che vive a Londra, basti dire che fanno parte del tesoro 10 monete dell’imperatore Anicio Olibrio, talmente rare che finora era conosciuta una sola moneta al mondo con la sua effige. Secondo il Ministero le 10 monete d’oro valgono in tutto 40mila euro, sul mercato uno solo di quei sesterzi varrebbe non meno di 600mila euro. In base alla legge quando abbiamo ristrutturato il Cressoni avremmo dovuto scavare con la supervisione degli archeologi non più di 60 metri quadri, invece ci siamo spinti a dieci volte tanto. Solo quell’intervento mi è costato una spesa di 400mila euro in più”.