PAOLA PIOPPI
Cronaca

Traffico di lamine d’oro. I tre uomini d’affari verso il patteggiamento

L’ex titolare di una goielleria milanese e le due “staffette“ con la Svizzera accusati di ricettazione, riciclaggio e commercio abusivo del metallo prezioso .

I militari hanno seguito la staffetta che prendeva il treno superando il valico di Maslianico ogni settimana

I militari hanno seguito la staffetta che prendeva il treno superando il valico di Maslianico ogni settimana

Prima ancora che la Procura chiedesse il processo, tutti e tre hanno deciso di patteggiare per le accuse di ricettazione, riciclaggio, commercio abusivo d’oro, emerse durante un’indagine della guardia di finanza di Olgiate Comasco, partita a settembre 2020 da un sequestro di denaro avvenuto a Ronago. Indagati sono Bassano Cella, milanese di 78 anni, ex titolare di una gioielleria con sede alle spalle di piazza Duomo, Flavio Bianchi, 76 anni di Capiago Intimiano, e Guido Caldera, 80 anni di Montano Lucino. Un accordo di applicazione pena depositato al sostituto procuratore di Como Giuseppe Rose, che ora dovrà essere vagliato dal Gup Walter Lietti, che deciderà in merito alla congruità della pena proposta.

Secondo le accuse, sarebbe stato Bianchi a ricevere da Cella l’oro, proveniente da una raccolta illecita, e a trasportarlo in Svizzera, assieme a Caldera: il primo avrebbe avuto il ruolo di “staffetta“ per controllare e dare il via libera nel passaggio al valico, il secondo invece sarebbe stato il corriere che trasportava in Italia denaro riciclato. Ad aprile dello scorso anno gli accertamenti erano sfociati in un decreto di sequestro preventivo emesso dal Gip di Como, per 24mila euro e 3 chili d’oro trovati durante le perquisizioni, e 800 grammi e 80mila euro sequestrati nel corso delle indagini. Bassano Cella, avrebbe infatti raccolto oro in lamine, poi affidato a Bianchi per essere portato in Svizzera, mentre in Italia rientrava il denaro incassato con la vendita, garantendo quindi un introito parallelo.

La Finanza, durante le indagini, aveva osservato che gli incontri avvenivano con cadenza regolare: Bianchi si presentava a Milano ogni mercoledì e venerdì, viaggiando in treno per essere meno soggetto a controlli da parte delle forze dell’ordine, per poi dirigersi in Svizzera dopo aver verificato che il valico di Maslianico non fosse presidiato da pattuglie. Non poteva però notare gli appostamenti dei militari in borghese, che più volte hanno osservato i suoi spostamenti, pedinandolo avanti e indietro da Milano e ipotizzando che avvenissero i ritiri di oro a fronte di pagamenti in contanti. L’oro man mano sequestrato è stato sottoposto ad accertamenti, risultando di provenienza non rintracciabile e non documentato da alcuna fattura di acquisto.