PAOLA PIOPPI
PAOLA PIOPPI
Cronaca

Truffa bonus edilizi. Cantieri milionari in case fantasma. Patteggiati 4 anni

Como, sotto la lente la Cdm Group. Sei davanti al gup. Vigevanese ha concordato la pena e andrà ai domiciliari.

Como, sotto la lente la Cdm Group. Sei davanti al gup. Vigevanese ha concordato la pena e andrà ai domiciliari.

Como, sotto la lente la Cdm Group. Sei davanti al gup. Vigevanese ha concordato la pena e andrà ai domiciliari.

Erano state definite “case fantasma”, perché di fatto inesistenti, se non nelle documentazioni utilizzate per commettere frodi in materia di bonus edilizi, tra ristrutturazioni, ecobonus e bonus facciate. A settembre la Guardia di finanza del Nucleo di polizia economico finanziaria di Como, coordinato dal sostituto procuratore Antonia Pavan, aveva eseguito misure cautelari nei confronti di sette indagati, arrivati ora a processo davanti al Gup di Como Maria Elisabetta De Benedetto. Marco Monti 51 anni di Vigevano, ha patteggiato 4 anni e 2 mesi di reclusione, passando dal carcere ai domiciliari. Assieme a lui, sono coinvolti Luca Beretta, 23 anni di Cesano Boscone, Monica Ceron, 56 anni di Cesano Boscone, Luigi Claudio Ginevra, 56 anni di Sesto e Uniti nel Cremonese, Marco Monti 51 anni di Vigevano e Samuele Russo, 51 anni di Trezzano sul Naviglio, Giuseppe Ruta, 71 anni di Mirandolo Terme: finiranno tutti davanti al Gup a inizio maggio.

Sono stati stralciati, in quanto latitanti, i coniugi Patrizia Galli, 56 anni, e Livio Motta, 60 anni residenti alle Mauritius. Ginevra, Monti, Galli e Motta sono accusati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e gli altri di reati tributari, mentre per gli altri le contestazioni riguardano l’emissione di fatture per operazioni inesistenti.

Le indagini, si sono concentrate sulla Cdm Group di Como, operante nel settore dell’edilizia che, negli ultimi anni, aveva avuto un’esplosione di fatturato passando da ricavi di poche migliaia di euro a oltre 36 milioni, in assenza di mezzi, attrezzature e personale. Alla società, indagata per violazione della 231, il Gup ha applicato una sanzione pecuniaria di 36mila euro, e sanzioni interdittive della durata di un anno e sei mesi: divieto di contrattare con la pubblica amministrazione, esclusione da agevolazioni e finanziamenti, divieto di pubblicizzare beni e servizi. Le indagini avevano 579 comunicazioni presentate dalla società all’Agenzia delle entrate per generare i falsi crediti di imposta per lavori edili tra Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria.