PAOLA PIOPPI
PAOLA PIOPPI
Cronaca

Uccise il vicino di casa per il pellet. Condannato a 24 anni di carcere

La Corte d’Assise di Como dichiara Luciano Biffi colpevole della morte di Pierluigi Beghetto dopo una lite

Luciano Biffi durante l’arrivo in tribunale

Luciano Biffi durante l’arrivo in tribunale

La lettura della sentenza ieri mezzogiorno è durata pochi attimi, dopo meno di un’ora di camera di consiglio: "La Corte d’Assise di Como dichiara Luciano Biffi colpevole del reato a lui ascritto, e lo condanna alla pena di anni 24 di reclusione". Un anno meno di quanto aveva chiesto una settimana fa il pubblico ministero di Lecco Chiara Stoppioni, per il settantenne di Esino Lario finito a processo per l’omicidio del suo vicino di casa, Pierluigi Beghetto, ucciso a 53 anni lo scorso 21 aprile dopo una lite. I giudici – Carlo Cecchetti presidente, a latere Maria Elisabetta De Benedetto – hanno concesso le attenuanti generiche, considerate equivalenti all’aggravante dei futili motivi, che aveva impedito a Biffi di chiudere il processo con un rito abbreviato, nonostante la piena ammissione di quanto gli veniva contestato. Infine la Corte ha disposto un risarcimento di 570mila euro a favore della moglie della vittima e rispettivamente di 413mila e 392mila euro a favore dei due figli, tutti costituiti parte civile nel processo. Il settantenne, difeso dall’avvocato Giorgio Pagnoncelli, è andato incontro a una condanna di un anno inferiore a quanto chiesto una settimana fa dal pubblico ministero. Biffi, detenuto dal giorno dell’omicidio, ieri era in aula durante la lettura della sentenza, pochi minuti durante i quali è rimasto in piedi accanto al suo avvocato, senza commentare nulla, nemmeno a lettura conclusa. Poi, con le stesso silenzio, si è fatto accompagnare verso il suo rientro in carcere. Quattro in tutto le udienze di un processo già scritto, dove le parti hanno acconsentito a far entrare gli atti rinunciando a sentire nuovamente i testimoni, come sarebbe accaduto in un processo con rito abbreviato, se la normativa non impedisse di procedere con riti alternativi in caso di omicidi aggravati, come in questo caso. Futili motivi, scaturiti dalla circostanza per cui si è accesa la discussione tra Biffi e Beghetto: un sacco di pellet, questione ritenuta decisamente sproporzionata rispetto alla reazione dell’imputato, che aveva impugnato il falcetto e sferrato un unico colpo, subito fatale alla vittima. Fin da subito, l’imputato era rimasto ad aspettare le forze dell’ordine, e aveva ammesso ogni responsabilità.