
Luciano Biffi accompagnato a processo
Luciano Biffi deve essere condannato a 25 anni di reclusione. È la richiesta giunta ieri pomeriggio dal pubblico ministero di Lecco Chiara Stoppioni, a conclusione della sua discussione del processo in corso davanti alla Corte d’Assise di Como per l’omicidio di Pierluigi Beghetto, ucciso a 53 anni lo scorso 21 aprile. A ucciderlo era stato il suo vicino di casa, Biffi, 70 anni detenuto dal giorno stesso del delitto. Beghetto era stato colpito con un falcetto al termine di una discussione ed era morto poco dopo. A portare l’imputato, difeso dall’avvocato Giorgio Pagnoncelli, davanti alla Corte d’Assise, è stata la contestazione dell’aggravante dei futili motivi, che inibisce la possibilità di accedere al rito abbreviato, il processo allo stato degli atti davanti al Gup, che garantisce una notevole riduzione della pena, fino a un terzo. Ma anche se formalmente questo brevissimo processo si è svolto a dibattimento, di fatto le parti hanno rinunciato a sentire i testimoni, e i giudici quando si ritireranno in camera di consiglio, tra una settimana, dovranno basarsi solo su quanto contenuto negli atti delle indagini, svolte dai carabinieri. Unica eccezione era stata la moglie della vittima, costituita parte civile, che aveva raccontato le condizioni di difficoltà in cui lei e i due figli si sono trovati a vivere dopo la tragica scomparsa del marito. La lite tra i due vicini di casa, era iniziata a causa di un sacco di pellet, e dunque per una questione che la Procura ha ritenuto sproporzionata rispetto alla reazione: l’aggressione da parte di Biffi, che aveva impugnato il falcetto e sferrato un colpo fatale a Beghetto. Fin da subito, l’imputato era rimasto ad aspettare le forze dell’ordine, e aveva ammesso ogni responsabilità, e raccontato cosa era accaduto in quei pochi attimi davanti a casa, per poi essere arrestato. Sottoposto in corso di indagine a una valutazione psichiatrica, è stato ritenuto capace di intendere e di affrontare il processo.
Paola Pioppi