"Una lucida pianificazione" E la Procura chiede l’Appello

"Una lucida pianificazione non solo dei momenti precedenti l’azione criminosa, con l’organizzazione di una trappola per la finta consegna di quattro chili di cocaina in un seminterrato dove erano già presenti uno scavo, calce viva e attrezzi per l’ampliamento di una buca, ma anche di quelli successivi, ossia la sparizione della partita e della motocicletta di Antonio Deiana". Circostanze che, secondo i pubblici ministeri di Monza Carlo Cinque e Marco Santini, "non possono essere frutto di improvvisazione", e che sarebbero in parte emerse durante l’istruttoria dibattimentale, in parte frutto di una logica ricostruzione. È una delle motivazioni che hanno spinto i magistrati a ricorrere in Appello, dopo la condanna a 22 anni di reclusione a carico di Nello Placido, investigatore privato di 46 anni di Monza, letta il 6 aprile scorso davanti alla corte d’Assise di Monza, ritenuto colpevole dell’omicidio di Antonio Deiana. Chiedendo quindi il riconoscimento dell’aggravante della premeditazione a carico dell’imputato – così come già avvenuto per il coimputato, Luca Sanfilippo, condannato a 30 anni in abbreviato - e la conseguente condanna all’ergastolo, così come già chiesto al termine della discussione di primo grado. I magistrati hanno inoltre contestato il riconoscimento della recidiva infraquinquennale a carico dell’imputato, a cui sono invece state concesse le attenuanti generiche. Antonio Deiana, partito da casa sua a Villa Guardia il 20 luglio 2012, fu ucciso a 36 anni quel giorno stesso, all’interno di uno scantinato di via della Pila, a Cinisello Balsamo, dove fu seppellito, fino a essere ritrovato esattamente sei anni dopo. Pa.Pi.