PAOLA PIOPPI
PAOLA PIOPPI
Cronaca

Usuraio da trent’anni. Il patrimonio milionario finisce sotto sequestro

Gabro Antonio Panfili, 78 anni di Laglio, concedeva prestiti. I tassi di interesse avevano raggiunto ormai l’80 per cento.

Gabro Antonio Panfili, 78 anni di Laglio, concedeva prestiti. I tassi di interesse avevano raggiunto ormai l’80 per cento.

Gabro Antonio Panfili, 78 anni di Laglio, concedeva prestiti. I tassi di interesse avevano raggiunto ormai l’80 per cento.

Un patrimonio di 13 immobili tra Como, Luisago, Cadorago, Inverigo e in Val d’Intelvi, conti correnti e strumenti finanziari per un valore complessivo di oltre 2 milioni e mezzo di euro, tutto riconducibile a Gabro Antonio Panfili, 78 anni di Laglio, condannato per usura. Beni che martedì sono stati sequestrati dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Como e dalla Direzione Investigativa Antimafia di Milano, in esecuzione di una misura patrimoniale antimafia, disposta dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Milano.

Il provvedimento si fonda sull’esito di un’indagine svolta nel 2020 dalla stessa Gdf, che era sfociata nell’arresto di Panfili, con l’accusa di aver concesso prestiti a tassi di usura per circa 330mila euro, ricevendone quasi il doppio, con tassi di interesse che avevano raggiunto l’80 per cento su base annua.

Il meccanismo di prestito e recupero del denaro, si basava principalmente sul rilascio di assegni postdatati, che venivano consegnati come garanzia dalle vittime. Ma in un paio di casi, l’impossibilità di saldare il debito aveva spinto i “clienti“ di Panfili a cedere gratuitamente le loro abitazioni, simulandone la vendita a lui o ai suoi familiari, moglie e le due figlie. Immobili che successivamente alle indagini, erano stati restituiti ai proprietari dal Tribunale di Como, contestualmente alla confisca di denaro e immobili per un valore di mezzo milione di euro.

In altri casi, la Guardia di Finanza aveva ricostruito ulteriori prestiti, per i quali non si era arrivati a poter contestare il tasso di usura, e Panfili era stato quindi accusato di esercizio abusivo di attività finanziaria. Lo scorso anno sono ripartiti gli accertamenti patrimoniali delle Fiamme Gialle di Como, estesi all’intro nucleo familiare, che hanno ricostruito le attività di Panfili a partire dagli anni Ottanta e fino al 2020, per arrivare a stabilire la totale sproporzione tra i redditi dichiarati dall’uomo e le sue disponibilità immobiliari ed economiche.

Per meglio dettagliare ogni proprietà, sono stati fatti anche sorvoli con l’elicottero del Roan di Como, arrivando così ad accertare "indebiti introiti monetari di rilevante entità", che sono stati investiti in varie attività, tra cui l’acquisto di immobili, anche all’estero, "frutto – precisa la stessa Gdf - di oltre trent’anni di abusiva attività finanziaria e usuraria perpetrata sul territorio comasco e certificata da quattro condanne definitive".

La richiesta di applicazione della misura di prevenzione avanzata dalla Guardia di Finanza e dalla Dia, si basava su un giudizio di soggetto socialmente pericoloso scaturito da trent’anni di attività illecita, il cui tenore di vita si è basato esclusivamente sui guadagni derivanti dal prestito del denaro. Accumulando così un patrimonio ingentissimo, che si è formato tra 1986 e 2020, periodo corrispondente al periodo in cui "si è manifestata la sua pericolosità sociale", grazie anche al sostegno e al contributo della moglie e delle due figlie, a loro volta condannate per esercizio abusivo dell’attività finanziaria nel 2003, 2013 e 2021.