Dieci anni di vessazioni, insulti, maltrattamenti e minacce nei confronti della moglie, ma anche dei due figli fin da piccoli. Condotte per le quali l’uomo, 50 anni di origine filippina e residente a Cantù, è stato condannato a 3 anni e 2 mesi di reclusione, dal Tribunale collegiale di Como. Le indagini condotte dai carabinieri di Cantù e coordinate dal sostituto procuratore di Como Antonia Pavan erano partite nel luglio 2021, quando la donna, 52 anni, aveva presentato denuncia, raccontando delle vessazioni a cui venivano sottoposti anche i figli, ormai diventati maggiorenni. Non solo minacce di morte, mortificazioni e offese, ma anche la costrizione, per tutti, a un regime di vita che la Procura ha definito "penoso". Inoltre alla donna veniva vietato di di uscire e di frequentare amici e parenti da solo "perché femmina". Le botte, oltre che alla moglie, erano riservate anche ai figli, a partire da quando erano in età scolare. Una volta l’imputato aveva picchiato il figlio alla testa con pugni e una cinghia perché insoddisfatto di come aveva giocato a calcio, accusandolo di essere un incapace. In altre occasioni aveva preso la moglie per il collo, oppure l’aveva colpita con un mattarello o ancora minacciata con un coltello. L’ultima aggressione era avvenuta il 19 luglio quando la vittima, finita in ospedale, aveva deciso di rivolgersi ai carabinieri. Ma allo stesso tempo aveva trovato un altro luogo in cui vivere, assieme ai figli, mettendo se stessa e i ragazzi al sicuro. Accuse che il cinquantenne ha sempre cercato di negare, decidendo di andare a processo davanti al Tribunale di Como che lo ha condannato anche a un risarcimento in via provvisionale di 5.000 euro a favore della ex moglie. Pa.Pi.
CronacaViolenze a figli e moglie. Condannato