Un’estate di violenze sessuali, di prevaricazioni imposte a una ragazza di 19 anni che ospitava per motivi di lavoro, fino alla decisione di sporgere denuncia ai carabinieri. Michael Braun, tedesco di 48 anni, è finito ora a processo davanti al Tribunale Collegiale di Como, per episodi che risalgono all’estate 2016. Contrariamente a quanto avvenuto finora, all’udienza di ieri non si è presentato: sarebbe infatti finito in carcere in Germania, in esecuzione di una condanna definitiva sempre per reati sessuali.
Il processo è stato rinviato per consentire di verificare questa circostanza e organizzare una eventuale prosecuzione in videocollegamento. Finora sono stati sentiti i testimoni dell’accusa, sostenuta dal pm Antonio Nalesso; si era in attesa dell’esame dell’imputato.
La versione della ragazza, ora costituita parte civile, racconta di una serie di condotte tra luglio e ottobre 2016, in Italia e all’estero, quando veniva ospitata da Braun per motivi di lavoro. Secondo i racconti fatti ai carabinieri di Erba, nelle denunce presentate a partire da novembre di quell’anno, l’imputato si infilava nel suo letto e cercava di coinvolgerla in condotte sessuali; lei faceva in modo di resistere o di sottrarsi, riuscendo solo in alcune occasione ad allontanarlo. Una versione che Braun nega, decidendo di affrontare il processo dibattimentale per portare testimoni a suo favore e mettere in discussione la versione resa dalla parte offesa.