Andrea Spinelli
Cultura e Spettacoli

Samuele Bersani in concerto a Como: “Con l’orchestra vi faremo rivivere la magia della musica”

Ultimo appuntamento di ‘Le Serre Music & Comedy Festiva. “Viviamo in un’epoca in cui, anche dal vivo, tutto è troppo perfetto. Io non ho paura di regalare una nuova veste ai miei testi storici”.

BERSANI

Samuele Bersani in concerto all'ex Galoppatoio di Villa Erba a Cernobbio, sul lago di Como

Cernobbio (Como) –  L’estate live di Samuele Bersani tramonta domani sera sul Lago di Como. L’area dell’ex galoppatoio di Villa Erba accoglie, infatti, l’ultima data a cielo aperto del tour orchestrale che l’uomo dei giudizi universali ha messo in strada per rivestire le sue canzoni coi colori di archi, timpani e ottoni. Si tratta dell’ultimo appuntamento pure di questa edizione de Le Serre Music & Comedy Festival che stasera ospita sullo stesso palco un Antonello Venditti in vena di autocelebrazioni col quarantennale di “Notte prima degli esami”.

Bersani, cosa ha cambiato per uno spettacolo come il suo il passaggio dai teatri ai luoghi all’aperto?

“Sinceramente, non penso sia un coperchio a fare la magia. Molte persone che non hanno mai avuto modo di ascoltare un’orchestra avranno trovato certe sonorità quasi eversive. E la cosa mi piace. Viviamo in un’epoca in cui, pure dal vivo, tutto è talmente perfetto, intonato, pre-prodotto, che la presenza sul palco di una formazione di 25 elementi ha qualcosa di lunare”.

Nell’era dei suoni campionati, quasi una provocazione.

“Come spettatore, nei concerti mi sembra di avvertire sempre meno una vibrazione umana, di non vivere un’esperienza che può cambiare di sera in sera come accade agli attori sui palcoscenici della prosa. Con un’orchestra, invece, tutto avviene lì in quel momento e questo la gente l’avverte. Ecco perché, in fondo, mi è sembrato di respirare la stessa magia tanto alle Terme di Caracalla che in Piazza Garibaldi a Cervia”.

In autunno riporta lo spettacolo nei teatri con tappe pure agli Arcimboldi di Milano il 9 novembre e al Dis_play di Brescia il 29. Intende cambiare qualcosa?

“Sì, magari recuperando cose rimaste fuori finora come ‘Lascia stare’, canzone meno popolare di altre a cui mi piacerebbe dare una veste diversa. Anche se la scelta deve essere oculata perché la chiave orchestrale nasconde il rischio di una rilettura barocca evitabile solo con arrangiamenti attenti e misurati. Comunque, penso che per me, dopo questa esperienza, sarà difficile tornare indietro”.

Difficile, quindi, ipotizzare un tour voce-pianoforte.

“Se le canzoni sono buone canzoni, stanno in piedi anche con un solo strumento. Diciamo che in questa occasione ho puntato sull’orchestra anche per emanciparmi da brani nati tanti anni fa con un dato arrangiamento che, secondo me, pur senza tradirli, potevano permettersene uno diverso”.

Risultato centrato?

“Sì, perché amo le mie canzoni a tal punto da aver sentito ad un certo punto della mia carriera il desiderio di non lasciarle intrappolate nello standard con cui erano nate. Sia chiaro, però, che pure in questa nuova veste alle melodie non cambio una virgola”.

Ci sono canzoni in cui non si riconosce più?

“Ci sono pezzi di vita per me importantissimi nel momento in cui li ho fermati in una canzone che col passare del tempo si sono un po’ scoloriti; ma penso sia nella logica delle cose. Sono andato a Sanremo due volte, ma vogliamo paragonare ‘Replay’ con ‘Un pallone’? ‘Replay’ quando la canto ancora mi ribalta perché, al di là del testo, poggia su una musica eccellente. Basta annullare il testo cantandolo in finto inglese per accorgersene”.

Questa esperienza verrà documentata discograficamente?

“Lo spero tanto. Ci sto lavorando proprio in queste settimane. Ho registrato tutte le tappe del tour, ma non so ancora se pubblicare un unico spettacolo per seguirne il flusso dalla prima all’ultima canzone, oppure attingere momenti diversi da concerti diversi come fatto, ad esempio, da Lucio Dalla ai tempi di ‘Amen’ con le registrazioni del tour di ‘Cambio’. Ho solo una certezza, quella di non modificare alcunché in studio, perché tradirei lo spirito del progetto”.

Se quello dell’orchestra è un traguardo raggiunto, qual è il prossimo?

“Nel 2000 ho scritto la colonna sonora di ‘Chiedimi se sono felice’ di Aldo, Giovanni e Giacomo e mi piacerebbe ripetere l’esperienza. Registi preferiti non ne ho. Un cinema che mi piace, però, è quello dei fratelli D’Innocenzo”.